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10 novembre 2024

Vittorio Veneto

Ei fu (Giulio Andreotti)

Il "gigante" se ne è andato. E il mondo lo ricorda

| Pietro Panzarino - Vicedirettore |

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Pietro Panzarino e Giulio Andreotti

VITTORIO VENETOIeri è morto Giulio Andreotti, a 94 anni, uno dei politici più longevi della storia della Repubblica Italiana. La sua carriera politica iniziò con la nomina a Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con il primo Governo De Gasperi ed è terminata con la sua scomparsa da Senatore a vita. La notizia è stata immediatamente data da tutti i media non solo nazionali, ma anche internazionali, a dimostrare quanto fosse noto nel mondo. Una carriera così lunga è stata descritta con molti alti e bassi dai grandi commentatori e dalla gente comune. L' ode di Alessandro Manzoni, Il cinque maggio, scritta alla notizia della morte di Napoleone, fotografa in modo adeguato anche la storia di Andreotti, soprattutto per questi due versi: Fu vera gloria?Ai posteri l'ardua sentenza.

 

Ho avuto l'opportunità di incontrare per oltre un'ora il Senatore Giulio Andreotti, il 4 marzo 2008, nel trentesimo anniversario del rapimento e dell'uccisione di Aldo Moro, per un'intervista, apparsa sul mio saggio, Aldo Moro e le convergenze democratiche. Durante l'ora abbondante trascorsa nel suo studio di Palazzo Giustiniani, l'uomo mi sembrò per i ragionamenti e le argomentazioni davvero un gigante, probabilmente al confronto con la classe politica attuale.

 

Oggi, l'attuale Governo di Enrico Letta, in qualche modo, ha delle somiglianze politiche con il governo Andreotti della non sfiducia del 1976 e quello successivo del fatidico 16 marzo 1978. A qualche giorno di distanza dal 9 maggio,anniversario del ritrovamento del cadavere di Aldo Moro, i due si sono incontrati, e credo che possano aver chiarito i loro rapporti politici. Durante l'intervista, Andreotti mi dipinse Aldo Moro come un leader eccezionale: "Aveva il vantaggio di avere un'intelligenza veramente superiore a quella di tutti noi..." così dichiarava con ammirazione. Qualche anno dopo, in un'altra intervista con Corrado Guerzoni, capo ufficio stampa di Aldo Moro dalla sua elezione a Segretario Nazionale della DC nel 1959 fino alla morte, confidenzialmente gli chiesi quale fosse stato il vero rapporto tra Moro e Andreotti e mi rispose, con l'invito a non rendere noto immediatamente la sua risposta: "Non si volevano bene... solo che Andreotti usava l'accetta, Moro, invece, lo spadino!".

 

Recentemente ho potuto visitare il caveau, dove Andreotti ha depositato tutto il suo Archivio all'Istituto Sturzo di Roma. E' più grande di quello dove è raccolto il Fondo Moro, presso L'Archivio Storico Nazionale di Roma. Insomma, gli storici hanno pane per i loro denti.

 


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