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Emergenza profughi, altri 400 in arrivo nella Marca
In Prefettura vertice dei sindaci e associazioni: "Non abbiamo strutture per accoglierli","Ora documento comune"
| Isabella Loschi |
TREVISO - “Impossibile accogliere nuovi profughi”. Questa è la frase ripetuta dai sindaci della Marca che questa mattina hanno preso parte al vertice tenutosi in Prefettura per discutere dell’emergenza profughi.
Attualmente sono 306 i profughi accolti nella Provincia di Treviso ed altri 400, secondo quanto riferito dalla Prefettura, dovrebbero arrivare, per un totale di circa 700 immigrati. Il problema è dove verranno alloggiati. La Caritas è già al completo e i sindaci non hanno dato disponibilità. Dal ministero è giunta la richiesta di individuare immobili pubblici in cui poterli ospitare, da restaurare a spese dello Stato, ma anche in questo caso, la risposta univoca degli amministratori è stata: “Non abbiamo strutture”. Lo ha detto il primo cittadino di Sernaglia, Sonia Fregolent, lo ha ripetuto Cattai, sindaco di Mareno di Piave. Sulla stessa linea Domenico Presti, sindaco di Arcade: “Non riusciamo a gestire le nostre emergenze come possiamo gestire questi poveretti che arrivano”. Il sindaco di Villorba, Marco Serena ha aggiunto: “Se arriva un altro pullman in piazza a Villorba, sarà mia cura mettere a disposizione le somme necessarie per farlo arrivare in piazza del Viminale a Roma”.
I primi cittadini, ha spiegato il sindaco di Treviso, Giovanni Manildo, stileranno un documento comune da inviare al governo, in cui si chiede di stabilire misure concrete per la ridefinizione dell’accoglienza. Sarà il sindaco di Preganziol, Paolo Galeano, a redigere il testo del documento. Manildo è tornato a chiedere alla Regione un intervento diretto : “E’ assente sia per quanto riguarda il tavolo di coordinamento sia in merito alla trattativa nazionale. Chiedere la collaborazione dei Comuni, come accaduto anche questa mattina, non può prescindere dall’attivazione delle commissioni incaricate delle audizioni dei richiedenti asilo. Commissioni che la Regione dovrebbe sollecitare presso il Ministero e la Prefettura”.
“Ancora una volta - ha detto il presidente Leonardo Muraro, presente al vertice - ci troviamo nella condizione in cui il ministero scarica sul territorio i problemi senza risolverli. Ricordo che alla conferenza Stato Regione Enti locali in cui si era deciso il numero e lo smistamento di profughi, Veneto e Lombardia non avevano sottoscritto. Anche oggi si è trattata dunque di una riunione senza soluzione perché è chiara la volontà politica della maggioranza dei sindaci. Non c'è chiarezza da parte del Governo e manca ancora chiarezza sull’identificazione degli edifici da adibire a centri di accoglienza”.
Alla riunione oltre al Prefetto e ai sindaci hanno preso parte anche i rappresentanti delle forze dell’ordine e dei sindacati. Giacomo Vendrame, segretario generale della Cgil, ha lanciato l’allarme sulla necessità di un piano serio per gestire l’emergenza: “Serve un indirizzo politico che ripristini la filiera di governo e metta sullo stesso piano istanze territoriali e risposte al fenomeno. Solo così potranno nascere reali soluzioni di lungo periodo e si ripristinerebbe la coesione di una società, quella trevigiana, da sempre caratterizzata per la capacità di accogliere e includere. Non possiamo permetterci di creare fronti, di generale strumentalizzazioni, di farci prendere dal smarrimento tantomeno dalla demagogia. E non possiamo neppure dimenticare che tale importante questione vede coinvolte persone reali, non numeri, giovani e famiglie di profughi incastrati nella farraginosa burocrazia e normativa nazionale”.