EMIGRATI IN SUDAFRICA, DOVE L'APARTHEID SI E' CAPOVOLTO
La storia raccontata da Antonella Serafin
| Mauro Favaro |
VILLORBA – In Sudafrica l'Apartheid non è mai finito. Le discriminazioni razziali non sono scomparse: si sono capovolte. Così le difficoltà incontrate dai giovani emigranti trevigiani che oggi provano a prendere la via di Johannesburg non sono troppo diverse da quelle vissute dai loro nonni partiti per mezzo mondo con la valigia di cartone ormai oltre mezzo secolo fa.
E non va meglio agli emigranti di seconda generazione. Come sa bene Antonella Serafin, giovane nata in Sudafrica da padre di Cavaso del Tomba e madre pugliese, che la settimana scorsa è arrivata a Villorba per partecipare al VII Meeting del coordinamento regionale dei giovani veneti e del comitato dei giovani veneti all'estero.
““Ci sono diversi trevigiani che, complice anche la crisi economica, vorrebbero venire a lavorare lì – rivela Antonella, da sempre in contatto con l'associazione dei veneti che in quella zona è molto attiva – ma bisogna fare i conti con un sacco di problemi burocratici e per un bianco oggi è davvero difficile inserirsi”.
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- Ma in Sudafrica delle lotte per i diritti dei neri non è sempre accaduto il contrario?
““Sino a pochi anni fa era così, ma adesso le cose si sono letteralmente capovolte”.
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- E quali sono gli effetti sulla vita degli emigranti?
““Il risultato è che ci sono molti italiani laureati e specializzati che tentano di spostarsi, tra cui parecchi ingegneri, per via delle miniere, ma i datori di lavoro oggi non ne vogliono sapere di pagare molto per persone anche troppo preparate. Il discorso è diverso se si riesce a mettere in piedi una impresa propria: così si hanno più possibilità e si può anche fare qualche soldo, ma ora come ora è meglio avere come socio una persona di colore”.
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- A te come va?
““Non è facile anche se sono nata lì e, oltre all'italiano, imparato a casa, parlo inglese e afrikaans. Lavoro in una società di marketing on-line e seguo proprio il mercato italiano. Poi, con l'associazione dei venti cerchiamo di tenere saldi i legami con il veneto lavorando a un sacco di progetti, tra cui il Festival del cinema veneto di Johannesburg”.
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- Non hai mai pensato di spostarti in Italia?
““Ho pensato di venire a studiare, ma prima vogliono specializzarmi ancora di più perché qui c'è molta più competizione. Anche se, in realtà, il mio sogno è quello di aprire un'impresa tutta mia di consulenze per collegamenti commerciali proprio con l'Italia”. Con il Veneto nel cuore.
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