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19 ottobre 2024

Treviso

FIACCOLATA DI VENETO STATO SOTTO CASA DOZZO: "ECCO CHI HA TRADITO"

Ma Guadagnini si dissocia: "Metodi mafiosi"

| Mauro Favaro |

| Mauro Favaro |

FIACCOLATA DI VENETO STATO SOTTO CASA DOZZO:

QUINTO – “La Lega di Bossi? Sapevamo che quell'uomo non ci avrebbe portato da nessuna parte e speriamo che adesso si sia capito. E' arrivato il momento di agire contro i veri colpevoli che siedono in Parlamento: iniziamo puntando il dito contro l'inazione politica di Gianpaolo Dozzo, che ha tradito la sua gente”.

Sono queste le parole con cui Alessio Morosin, fondatore di Veneto Stato, ha dato il via ieri pomeriggio alla “fiaccolata anti-casta” che dalla chiesa di Quinto si è snodata sino in via Sile, tra gli sguardi incuriositi dei passanti e qualche timido applauso lanciato dai bar, fermandosi a pochi metri dalla casa dell'onorevole leghista.

L'ingresso alla strada è stato blindato dagli uomini della questura e lui, ovviamente, non si è visto. Ma questo non ha scoraggiato i venetisti, un centinaio armati di cartelli e bandiere, che hanno improvvisato un comizio davanti alla trattoria “Al cavallino”.

“Volevamo fare una marcia silenziosa – spiega Gianluca Busato, voce di Veneto Stato – ma il Comune ci ha negato la possibilità di avere un gazebo e così urliamo”. E allora via con gli slogan: “Lega ladrona, il Veneto non perdona – hanno scandito lungo le strade del paese di Pettenà e Dal Zilio – Dozzo devi dimetterti”.

“Lui è in Parlamento dal 1994 e in questi anni ha incassato uno stipendio di oltre tre milioni – sottolinea il segretario, Lodovico Pizzati – mentre nello stesso periodo i suoi concittadini di Quinto si sono visti tagliare 720 milioni e la gente non arriva alla fine del mese”.

Non basta. “Lo stipendio di Dozzo è, di fatto, una tangente politica per il suo servizio di prostituzione al governo dell'Italia – rincara la dose Busato – una quota per il signorotto locale affinché mantenga lo status quo dei servi veneti pagatori”.

E la “fiaccolata anti-casta” di Quinto, promette Veneto Stato, non è che la prima. “Chi sarà il prossimo? – chiosa la presidente, Alessia Bellon – vedremo, purtroppo ce ne sono tanti”.

La marcia, però, non è stata presa affatto bene dagli indipendentisti della fronda di Antonio Guadagnini, che solo la settimana scorsa aveva guidato la protesta sotto la sede di Equitalia a Treviso. “Iniziativa di un piccolo gruppo di dissidenti in cerca di visibilità – taglia corto l'ex vicesindaco di Crespano – per quanto possiamo essere critici nei confronti dei leghisti non si deve mai arrivare alle minacce: lasciamo le intimidazioni di tipo mafioso ai mafiosi”.

 



Mauro Favaro

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