Funerali Sammy Basso, in cinquemila per l'ultimo saluto
Il silenzio all'arrivo del feretro del 28enne biologo simbolo della lotta alla progeria. Le strazianti parole dell'ultima lettera scritta di suo pugno
TEZZE SUL BRENTA (VICENZA) - È il giorno del silenzio. Migliaia di persone - se ne attendono 5mila - stanno prendendo parte ai funerali di Sammy Basso, il biologo 28enne, simbolo della lotta alla progeria, che si svolgono nel campo sportivo di Tezze sul Brenta.
Tutti in rispettoso silenzio all'arrivo del feretro; molti i simboli per ricordare il giovane ricercatore in una giornata che sarà una celebrazione della vita di Sammy. Una festa di colori, come lui aveva dato disposizione. Ai funerali è presente, tra gli altri, il ministro Luca Ciriani.
La cerimonia, celebrata dal vescovo Giuliano Brugnotto (nella foto), si svolge all’aperto, tra il retro della chiesa e il campo sportivo, per accogliere la folla di amici, familiari e conoscenti accorsi per l’ultimo saluto.
Il feretro è giunto alle 15, accolto da un lungo applauso dei presenti. Tra i partecipanti c’era anche il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, in segno di rispetto e vicinanza alla famiglia di Sammy. Prima dell'inizio della funzione religiosa, diversi amici del ricercatore si sono alternati sul palco per condividere i loro ricordi e testimonianze.
IL RICORDO
Franz, grande amico di Sammy e testimone di nozze, ha espresso la sua gratitudine per aver avuto il giovane scienziato al suo fianco. Sofia, membro dell’associazione “Sammy Runners”, ha ricordato il suo sorriso contagioso e la sua capacità di portare gioia in ogni momento. Anche Mariagrazia, amica di famiglia, ha voluto condividere un ricordo di una vacanza passata insieme in Francia.
La cerimonia vede momenti di grande commozione, segno dell’impronta profonda lasciata da Sammy Basso, non solo nel mondo della ricerca scientifica ma anche nel cuore delle persone che lo hanno conosciuto. Sammy, che ha sempre affrontato la sua malattia con coraggio e determinazione, rimarrà un simbolo di speranza e resilienza per tutta la comunità.
GLI AMICI
"Caro Sammy, avevi la testa dura, ma il cuore grande. Eri e sarai sempre il riferimento del nostro gruppo". Così è stato ricordato dagli amici, durante i funerali in corso negli impianti sportivi di Tezze sul Brenta, davanti a circa cinquemila persone. "Avevi anche dei difetti - ha detto uno degli amici - Nonostante ti dicessimo sempre che dovevi stare attento, a non farti male, tu volevi sempre ballare assieme a noi, povere le tue anche... Poi il modo in cui dormivi, le coperte non dovevano mai toccarti i piedi. E le tue scarpe strane, non c'era modo di riuscire ad infilartele giuste al primo colpo". "Noi - ha concluso - vogliamo ricordarti pensando che un domani, grazie alla tua determinazione e ai tuoi studi, un dottore potrà diagnosticare la progeria di una bambino, e finalmente potrà dire ai genitori che c'è una cura, e che il loro potrà crescere sano e forte".
IL CARDINALE PAROLIN
"Ho avuto modo di conoscere Sammy, e considero una grazia averlo incontrato. É stato una luce accesa nel mondo, attento all'attualità e pronto a spendersi per la pace nella convinzione che anche il singolo potesse accendere la speranza e cambiare le cose". Queste le parole che il segretario di stato Vaticano, Card. Piero Parolin, ha scritto in un messaggio letto durante i funerali del biologo Sammy Basso.
IL GOVERNATORE ZAIA
Il governatore Luca Zaia: "Sammy è stato un grande veneto, un personaggio unico nel suo genere, autoironico, intelligentissimo. Sempre pronto con la battuta, eclettico ma soprattutto una persona dal pensiero profondo. Ha fatto tanto per la sua malattia - ha aggiunto - era in un progetto sperimentale già dall'età di 12 anni; ha fatto tanto in vita ed ha voluto lasciare anche un segno dopo la sua scomparsa: ha donato gli organi per la ricerca". "Come diceva Ugo Foscolo ne 'I sepolcri'- ha sottolineato Zaia - 'chi fa grandi cose nella vita si garantisce l'immortalità', e Sammy si è garantito l'immortalità non solo per questo ultimo saluto che è affollatissimo, ma con tutta la sua opera che non verrà dimenticata".
L'ULTIMA LETTERA
"Pensavo a come sarebbe stato il mio funerale, e due cose non mi piacevano: non poterci essere e non poter consolare chi avrebbe partecipato". Lo scrive in una lettera redatta nel 2017 Sammy Basso, con la richiesta specifica che fosse aperta solo nel momento della sua morte. Le sue parole sono state lette dal vescovo di Vicenza monsignor Giuliano Brugnotto, durante l'omelia del funerale. "Ricordatemi pregando ma anche bevendo un bicchiere di vino, facendo festa - scrive Sammy -. Se potessi tornare indietro vorrei ancora essere al vostro fianco. Sappiate che ho vissuto la mia vita felicemente, da essere umano. Non ho perso la mia battaglia contro la malattia, perché non c'è stata nessuna battaglia". "Ciò di cui non mi pento è di aver amato tanto, per cui amate chi vi sta attorno - conclude -, perché i nostri compagni di viaggio sono quanto di più positivo ci possa accadere...e sappiate che è stato un piacere percorrere la vita con voi".
Chi era Sammy Basso
Sammy Basso è stato un esempio di forza e resilienza. Affetto dalla progeria, una malattia genetica estremamente rara che causa un rapido invecchiamento della pelle e degli organi, senza influire sulle capacità cognitive, ha dedicato la sua vita a studiare e far conoscere questa condizione. Nonostante l’aspettativa di vita media sia di soli 14 anni, Sammy è riuscito a superarla, vivendo fino a quasi 29 anni e sottoponendosi a trattamenti sperimentali. Aveva ottenuto due lauree per approfondire la conoscenza della sua malattia e avrebbe compiuto 29 anni a dicembre.
Oltre a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla sua condizione, ha cercato di trasmettere speranza e positività a livello globale. Con i genitori Amerigo e Laura, ha creato un’associazione per sostenere la ricerca scientifica, e con gli amici ha fondato il gruppo di corsa “Sammy Runners” per raccogliere fondi. Per il suo impegno è stato insignito dal presidente Mattarella del cavalierato dell’Ordine al merito della Repubblica. Anche dopo la sua morte, ha scelto di donare i suoi organi alla scienza, sperando di contribuire a scoprire una cura.
Una delle sue frasi più significative racchiude la sua eredità morale: “Se i potenti del mondo comprendessero cosa significa combattere per vivere, sono certo che non avrebbero il coraggio di fare la guerra”.
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