GIORNATA DELLA DANZA – La gioia di vivere danzando
Henry Matisse ci fa riscoprire l’essenza della danza nel suo celebre dipinto del 1910 “La danza”
| Manuel Trevisan |
FOTO – Fonte: uozzart.com
GIORNATA DELLA DANZA – Oggi, 29 aprile, è la giornata internazionale della danza, una ricorrenza che quest'anno assume un significato particolare. Il mondo della danza, infatti, nel corso dell’ultimo anno è stato messo a dura prova; le restrizioni per arginare la pandemia di Covid-19, hanno limitato l’attività di scuole di danza, di compagnie e più in generale degli appassionati della disciplina, i quali si son trovati a sperimentare nuove forme danzanti che mai prima si sarebbero pensate.
Anche la danza, infatti, ha conosciuto lo smartworking; la modalità online, però, per quanto abbia aperto possibilità inedite di sperimentazione – si pensi a coloro che si sono avvicinati all’universo del movimento grazie alle lezioni telematiche che i molti professionisti hanno offerto, anche gratuitamente – ha mostrato tutti i suoi limiti, in quanto si tratta di una forma d’arte che nasce in relazione con l’altro.
Originariamente, quando ancora la danza non era entrata in una categoria che la definisse tale, infatti, il movimento era collettivo: tutta la comunità era coinvolta in riti che avevano diverse finalità (apotropaiche, riti di passaggio, festeggiamenti...). Non esistevano danzatori o non danzatori, il movimento era questione quotidiana e il corpo e l’anima non avevano confini.
È quanto Henry Matisse ci racconta nel suo celebre dipinto del 1910 “la danza”, in cui il pittore recuperando i sistemi di iconicità arcaica ritrae cinque figure indefinite, in cui tutti possiamo riconoscerci. I corpi nudi – che rappresentano un ritorno ad una natura primitiva – conferiscono dinamicità al dipinto grazie alla torsione che asseconda il movimento rotatorio, in una danza di unione e gioia.
Henry Matisse, La Danza, 1910
Se con l’avvento della modernità questa essenza della danza si è andata a mano a mano perdendo, e il confine tra mente e corpo si è fatto sempre più definito - prediligendo lo sviluppo della mente, tanto che ci possiamo definire nella maggioranza dei casi “analfabeti del corpo” – la pandemia ha permesso un cambio di prospettiva: ci siamo riscoperti tutti danzatori.
Questo ritorno alle origini – avvenuto paradossalmente grazie a ciò che più di moderno non c’è, la tecnologia – ha conferito nuova importanza al corpo e al rispetto e cura dello stesso. D’altronde, come abbiamo detto, tutti siamo danzatori da sempre: anche se non ne siamo più consapevoli, quotidianamente, vivendo, mettiamo in atto molteplici coreografie.
Una buona giornata di danza e gioa.