Il grande fascino della radio. Oggi in tutto il mondo la giornata istituita dall'Unesco
E' quello più antico ma è sempre il più giovane mezzo di comunicazione di massa. Ascoltato da tutti, libera la fantasia e fa bene anche alla salute.
NORDEST - Si celebra oggi la Giornata della radio, “World radio day”, istituita dieci anni fa dall’Unesco. E centodieci sono gli anni del primo mezzo comunicazione di massa dell'età moderna, mai così giovane e insuperato a dispetto delle cassandriche previsioni di sociologi e massmediologi che ne hanno decretato il fallimento a ogni “svolta” nella storia della comunicazione: dall’avvento della televisione all’irrompere dei social. La radio non soltanto resiste ma si rigenera proprio in raffronto agli altri canali. La ragione è che la radio è un’altra cosa. Si ascolta ed è per questo sicuramente più fruibile. Parla al singolo sintonizzato. Aguzza l’immaginazione e non è invasiva o impositiva con immagini e nei toni. Fa addirittura bene alla salute.
Scrive il settimanale “Io Donna”: “Quando si ascolta la radio si verifica un aumento sia dell’immunoglobina A (un anticorpo che gioca un ruolo critico nell’immunità) che del numero dei linfociti. Si riduce invece il livello del cortisolo, noto come ormone dello stress”. E poi la musica: quanta se ascolta dalle stazioni radio? In auto soprattutto, come l’informazione, praticamente a getto continuo. Neanche in pandemia la radio è andata in disuso. Tutt’altro: ha tenuto compagnia e tanta nei lunghi giorni del lockdown. Più che invecchiare, ringiovanisce: radio tematiche, fatte in casa, podcast. Intramontabile, la radio.