Ed è subito Banksy
Inaugurata all’M9 - Museo del ‘900 di Mestre la mostra Bansky. Painting Walls. In parallelo un’esposizione sull’arte urbana di venti street artist veneti operanti in Italia da oltre un trentennio
| Emanuela Da Ros |
VENEZIA - E‘ come se un mito avesse preso la forma - visiva/tattile - della realtà, e si fosse avvicinato a noi (anche geograficamente). E‘ un po’ come se una leggenda - per molti versi lui è leggendario - profilasse per noi la/le verità che ne costituiscono l’essenza. La faccio breve: è come averlo (finalmente) a portata di vista - quella vera, sensoriale, non mediata da schermi - e poterlo amare anche di più.
La mostra Banksy. Painting Walls, prodotta e organizzata da MetaMorfosi Eventi in collaborazione con M9, inaugurata oggi presso M9-Museo del '900 di Mestre offre l’occasione di incontrare uno degli street artist più noti al mondo: Banksy.
Curata dalla storica dell’arte Sabina de Gregori, la mostra - visitabile dal 23 febbraio al 2 giugno 2024 al terzo piano del museo - propone oltre settanta opere dell’artista e tre muri originali, dipinti da Banksy nel 2009, nel 2010 e nel 2018 e provenienti da collezioni private.
Con Banksy. Painting Walls, mostra unauthorized, il Museo conduce i visitatori all’interno dell’immaginario di un autore che da oltre un ventennio influenza la scena culturale mondiale; un universo artistico che trova la sua cifra nei contrasti e nelle contraddizioni che affondano le proprie radici nel Novecento e deflagrano nelle emergenze e nelle derive del nostro tempo: la crisi climatica, i conflitti mondiali, i fenomeni migratori.
Icona dell’esposizione è Season’s Greetings, apparso nel 2018 Port Talbot, in Galles, nominata in quell’anno dall’OMS la città più inquinata del Regno Unito. Il murales ritrae un ragazzino con le braccia spalancate e la lingua tesa fuori dalla bocca per assaporare i fiocchi di neve che cadono dal cielo. Fiocchi che però, girando l’angolo del muro, si scoprono essere cenere che si leva da un bidone dell’immondizia in fiamme.
Accanto a Season’s Greetings, i muri Heart Boy e Robot/Computer Boy affiancano, alcune delle immagini più note dell’artista.
Con l’intento di creare ponti, connessioni tra i luoghi e le persone che li vivono, all’esposizione di Bansky è stata affiancata - al secondo piano del M9 - la mostra Dialoghi Urbani. Street art vs museo, una retrospettiva sugli street artists e writers attivi in Veneto, dagli anni ’90 a oggi.
Quest’ultima mostra - visitabile nello stesso periodo di Banksy. Painting Walls - si accompagnerà a una serie di live painting per dodici sabati dal 2 marzo al 1° giugno, in cui gli street artist esposti - e non solo - si esibiranno sui muri esterni di M9, trasformandoli in opere uniche e, allo stesso tempo, effimere: ogni settimana, infatti, un nuovo artista ricoprirà il lavoro della settimana precedente cambiando pelle alla superficie stessa.
Tra gli altri eventi collaterali, inoltre, si succederanno talk, dialoghi e lezioni gratuite a cura della curatrice Sabina de Gregori, del Direttore di M9 - Museo del ’900 Serena Bertolucci e di diversi esperti e accademici, che contribuiranno ad ampliare gli orizzonti di discussione sulle opere di Banksy, traendone spunto per raccontare l’evoluzione del capitalismo e della società dei consumi.
“Con questa nuova esposizione, - ha detto Michele Bugliesi, Presidente di Fondazione di Venezia - M9 - Museo del ’900 conferma la sua vocazione ad accogliere le più moderne e dirompenti forme di espressione culturale e artistica quali potenti strumenti di crescita individuale e collettiva e, al contempo, preziose lenti per leggere i temi che caratterizzano la vita sociale e la cultura materiale del nostro tempo”.
Per Pietro Folena, Presidente di MetaMorfosi “La mostra Banksy. Painting Walls è un’impresa mai tentata. Tre grandi muri affrescati dall’artista di Bristol, tra i quali spicca il conosciutissimo Season’s Greetings del 2018, dialogano, a qualche chilometro di distanza, con il “bambino migrante”, l’opera che Banksy realizzò nel 2019 a Venezia, a ridosso del Campo San Pantalon”.
“Ci piace pensare a Banksy. Painting walls come la mostra delle connessioni - ha aggiunto Serena Bertolucci, Direttore di M9 - Museo del ’900. - Quelle che pongono in relazione il Museo e l’artista, che esplorano il Novecento interrogandolo con linguaggi e approcci diversi. In questa mostra, ogni aspetto di questo secolo trova sponda nel percorso dell’esposizione permanente di M9, che acquista nuova energia e profondità in un dialogo tra i modi di narrazione e di trattazione della Storia e delle storie”.
Sabina de Gregori, curatrice di “Banksy. Painting Walls”, nonché massima conoscitrice in Italia dell’opera dello street artist - ma dovremmo trovare un’altra definizione per un’arte urbana che superando la marginalizzazione degli esordi è diventata prestigiosa forma espressiva - ha sottolineato che non si può più associare la Street Art all’idea romantica, ma del tutto estinta, dei graffiti come arte di ribellione che si muove nell’illegalità. “Banksy - ha detto - sa esattamente se il muro dove andrà a dipingere è di un privato o meno, e conosce benissimo il destino del suo pezzo. Deve nascere una nuova critica che accompagni l’opera alla tutela e alla comprensione di questa forma d’arte che è già corrente artistica. Il percorso degli street artist è compiuto nella loro forma ma non nella loro sostanza, perché i graffiti possono essere, e sono ancora, la voce e lo specchio del nostro tempo: quel termometro che va su e giù e che ci aiuta a capire chi e come siamo”.