Omicidio Miane, in carcere ragazza 27enne coneglianese
Liliana Ordinanza al momento del fermo avrebbe avuto le chiavi dell’auto di Chairi
| Matteo Ceron |
TREVISO - Avrebbe negato ogni responsabilità sull'omicidio, ammettendo pare solo di essere stata in casa della vittima, Liliana Ordinanza, 27 anni, di Conegliano, fermata nella notte dai carabinieri per l'omicidio di Medhi Chairi, 42 anni, ucciso quattro giorni fa a coltellate nella sua abitazione a Miane.
La donna è stata portata nel carcere femminile della Giudecca, a Venezia, in attesa dell'udienza di convalida del provvedimento di custodia. L'indagata, secondo quanto si è appreso, avrebbe fornito agli investigatori una ricostruzione confusa di quelle ore.
Disoccupata, convivente con la madre, al momento del fermo sarebbe anche stata trovata in possesso delle chiavi dell'automobile di Chairi e sarebbe anche stata riconosciuta da alcuni testimoni nell'atto di parcheggiare la vettura a Conegliano, dove la stessa era stata ritrovata ieri.
Chairi e Ordinanza pare si frequentassero ma, secondo gli investigatori, alla base del gesto non vi sarebbero motivi passionali.
«È stato individuato un possibile responsabile, l’ultima parola ora spetta al giudice – ha dichiarato questa mattina in una conferenza stampa al Comando provinciale dei carabinieri di Treviso il procuratore Michele Dalla Costa -. È avvenuto in tempi fisiologici tali per cercare di risolvere questo caso: più tempo passa e più si allontana la possibilità di risolvere il caso con sufficiente sicurezza».
Determinante per arrivare all’identificazione della donna è stato il ritrovamento dell’auto. «Il ritrovamento dell’autovettura ed il fatto di essere riusciti a collegarla nello spazio e nel tempo ha consentito di raccogliere indizi gravi nei confronti di questa donna», ha dichiarato il comandante provinciale dei carabinieri di Treviso, il colonnello Ruggero Capodivento.
Una donna legata in qualche modo allo straniero ucciso. «Sicuramente si tratta di una conoscente della vittima, con la quale si era visto quel giorno e nei giorni precedenti», ha detto ancora. Sul movente per ora gli inquirenti non si sbilanciano, forse un litigio degenerato, ma non si sa di preciso dovuto a cosa. «Il movente – ha detto Capodivento - è riconducibile ad un qualche cosa che è scattato nel momento in cui erano insieme».
Che siano coinvolte altre persone nel delitto? «Stiamo facendo tutte le opportune verifiche, ma al momento non possiamo esprimerci in maniera più compiuta». Quando l’hanno trovata i carabinieri la donna accusata dell’omicidio non ha posto alcuna resistenza. «Nessun tentativo di fuga, era tranquilla: l’abbiamo rintracciata in centro a Conegliano che era a spasso…».
(Nelle foto - dall'alto in basso - il procuratore Dalla Costa, Medhi Chairi ed il comandante Capodivento)