Infortunio sul lavoro a Spresiano, morto operaio di 48 anni: "Basta ipocrisia, è una strage continua"
I sindacati trevigiani Cgil e Cisl dopo l'ennesima tragedia sul lavoro
| Isabella Loschi |
SPRESIANO - “Per quanto non passi giorno che non si sentano dichiarazioni scandalizzate per la carenza di sicurezza sul lavoro noi continuiamo inermi a conteggiare una lunga scia di morti. Un altro padre di famiglia che non tornerà più a casa.” Queste le parole costernate del segretario generale della Cisl Belluno Treviso Massimiliano Paglini alla notizia dell’ennesimo infortunio mortale in cui ha perso la vita un 48enne in un cantiere a Spresiano.
“Troppa superficialità nell’ordinare e applicare procedure di sicurezza - prosegue Paglini -evitare morti e infortuni sul lavoro non può essere considerato un modus operandi secondario, soprattutto nel settore dell’edilizia. Istituzioni, politica, associazioni datoriali e di rappresentanza, comunità intera devono porsi un interrogativo: ha senso continuare a produrre con questo modello di sviluppo che contabilizza implicitamente morti e infortuni nei ‘costi’ di realizzazione di prodotti e servizi?”
“Mentre attendiamo di capire cause e circostanze di questo ennesimo episodio mortale che vede coinvolte le cave, ci stringiamo forte a questa famiglia. Continuiamo a ribadire che in questo settore, per effetto dei bonus e dei pochissimi controlli, vi è stato, nel post covid, tanto, troppo lavoro concentrato in un breve periodo e parallelamente pochissimi investimenti in rinnovamento di macchine e attrezzature. Investimenti che sono indispensabili per lavorazioni e ambienti di lavoro, soprattutto in un settore che è tra quelli con i più alti livelli di rischio.” Così commenta la notizia della morte di Andrea Toffoli il segretario generale della Filca Cisl Belluno Treviso Marco Potente.
"Siamo di fronte a una strage - afferma il numero uno della Cgil di Treviso, Mauro Visentin - bisogna mettere la salute, la sicurezza e la prevenzione al centro dell'azione del Governo e della Regione Veneto, così come delle parti datoriali e del sistema produttivo tutto".
"Ogni volta si dice mai più ma poi non si fa nulla per evitare gli incidenti sul lavoro, nulla per la sicurezza e la prevenzione come elemento fondamentale del lavoro. Non si può guardare all’errore umano senza capire che è l’intero sistema complessivo a sbagliare. Bisogna allora fare scelte precise. Bisogna allora investire in salute e sicurezza. Oggi poi le tecnologie ci sono tutte per prevenire le tragedie, ma serve una cultura imprenditoriale fatta di senso di civiltà e di senso di responsabilità verso i propri dipendenti e le loro famiglie. Basta ipocrisia, da anni chiediamo un intervento concreto, norme più restrittive sulla sicurezza, strumenti per la formazione, maggiori risorse per il controllo, Spisal in primis”.
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