"Io, don con il Parkinson"
La testimonianza di don Crestani e l'invito a chi vive la malattia ad unirsi all'associazione Parkinsoniani
| Claudia Borsoi |
VITTORIO VENETO – L’emergenza coronavirus ha fermato anche le attività che l’associazione Parkinsoniani di Treviso, presente in Sinistra Piave con una sua sede a San Fior, sta portando avanti per i suoi associati, uomini e donne che convivono con la malattia neurodegenerativa.
Monsignor Ermanno Crestani, già parroco di Fregona, Osigo, Serravalle e di Sant’Andrea e ora coordinatore della sede dei Parkinsoniani di San Fior, parla apertamente della malattia, con l’obiettivo anche di avvicinare altre persone all’associazione. E non nasconde che la pandemia abbia colpito, indirettamente, chi come lui stava portando avanti, con importanti benefici, delle attività psico-fisiche per migliorare la convivenza con il Parkinson, dal canto con il Parkoro alla fisioterapia in gruppo nella palestra di Colle Umberto.
«Quando dico a qualcuno che ho il Parkinson, spesso ammutolisce. So che alcuni nascondono questa malattia, forse per paura di essere evitati o addirittura commiserati. E sbagliano» afferma don Ermanno. «Circa cinque anni fa ho avuto tutti i sintomi della malattia, ma non me ne rendevo conto, perché non la conoscevo – ricorda -. Stavo passando un periodo difficile. Ero affaticato. Un po' depresso, in confusione. Camminavo flesso in avanti ed ero rigido nei movimenti. Avevo qualche difficoltà nel parlare e qualche tremore nelle mani. Ho cercato di farmi aiutare: dalla mia comunità di San Raffaele, dove vivo; dal Vescovo, che mi ha aiutato molto con i suoi suggerimenti e sollevandomi dagli impegni pastorali. Mi sono rivolto anche a qualche psicologo. Ma il passo decisivo è stato quello di andare, su suggerimento del mio medico, dal neurologo». E qui è arrivata la diagnosi di Parkison. «È stata una liberazione. Ho scoperto il perché di tanti problemi. Ho seguito la terapia indicatami dal neurologo ed ha funzionato. Ho avuto anche con un po' di fortuna – ricorda -, perché ho trovato un vecchio amico parkinsoniano. Mi ha fatto conoscere gli amici dell’associazione Parkinsoniani di Treviso sezione Sinistra Piave: lì mi hanno coinvolto in una serie di attività e incontri specifici per controllare la malattia».
I benefici di attività come la fisioterapia, il coro, lo yoga, uniti al rapporto umano con altre persone malate e caregivers, non si sono fatti attendere, né sul fisico, né sullo spirito. Tra le iniziative, molte nella sede dell’associazione Fiorot a San Fior, anche il supporto psicologico e la danza terapeutica.
«Con il Covid-19 con grande rammarico – sottolinea don Ermanno - abbiamo dovuto sospendere tutte le attività, con conseguenze negative sia sanitarie che psicologiche, perché i malati e i loro caregivers sono rimasti senza le attività terapeutiche e di conseguenza senza i rapporti di amicizia e di sostegno reciproco, così importanti». La segreteria della sede di San Fior rimane però sempre attiva per chi volesse saperne di più o avvicinarsi all’associazione: si può contattare il 349 8169130.