Iole Tassitani assassinata nel 2007, oggi il triste anniversario del rapimento a Castelfranco
Questa mattina la mesta visita del papà e delle sorelle in cimitero per deporre dei fiori
CASTELFRANCO VENETO – Se c’è un dramma che ha lasciato una ferita ancora aperta a Castelfranco Veneto è sicuramente l’assassinio di Iole Tassitani, figlia dell'ex notaio Luigi che pochi giorni fa ha scritto al papà di Giulia, Gino Cecchettin, per esprimergli la sua vicinanza, ben conoscendo lo strazio di vedersi portare via una figlia in maniera brutale e vile. Iole aveva 42 anni quando il 12 dicembre 2007 sparisce nel nulla. La famiglia, allarmata dal suo silenzio, dà in breve tempo l’allarme alle forze dell’ordine. Quasi da subito è chiaro che si tratta di un rapimento volto a estorcere denaro ai Tassitani ma nella notte tra il 23 e 24 dicembre i carabinieri di Treviso mettono le manette ai polsi di Michele Fusaro, un falegname di Bassano. Nel suo garage i militari trovano il corpo della donna fatto a pezzi e occultato in alcuni sacchi di plastica.
Nel 2011 l’omicida viene condannato all’ergastolo ma in seguito la Cassazione stabilirà una pena di 30 anni e nel marzo 2023 Michele Fusaro ottiene anche un permesso premio di 10 ore che ha lascito sgomenti molti a Castelfranco e non solo. Oggi, a 16 anni da quest’omicidio efferato, la famiglia Tassitani si è riunita per onorare la memoria di Iole, il papà Luigi e le sorelle (la mamma Marisa è mancata a gennaio) si sono recati in cimitero, per deporre dei fiori. Un dramma immane, un dolore che si rinnova e il dubbio che la verità sia ancora incompleta perché i Tassitani non hanno mai creduto che il killer abbia agito da solo. Difficile anche solo immaginare lo strazio di questa famiglia, il dolore del padre, delle sorelle e di chi ha voluto bene a Iole. Ogni volta che dai media giunge la notizia di una donna ammazzata, di un rapimento, il pensiero va a lei. Perché come ha scritto Luigi Tassitani al papà di Giulia: “la perdita di una figlia è grave e dolorosa in qualsiasi caso ancora di più se causata volontariamente per mano di altri”.
FOTO della tomba di Iole
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