Irrealistica la riapertura delle scuole in Veneto il 7 gennaio
Per il Coordinamento nazionale docenti di Diritti umani, prima di rientrare in aula bisognerà contare i casi di contagio. E possibilmente vaccinare studenti e professori
TREVISO - E’ sempre più improbabile la riapertura delle superiori giovedì prossimo. Realisticamente non è prevedibile un abbassamento dell’indice dei contagi, quanto l’Rt continua a salire, soprattutto qui nel Veneto che nella calza della befana troverà la “zona rossa”. I sindacati della scuola nutrono già da prima di Natale grossi timori. Gli insegnanti preferirebbero attendere il vaccino. In ogni caso è tuttora ancora troppo lontana la data del rientro per fornire certezze a studenti e famiglie.
Intanto anche il Coordinamento nazionale dei docenti della disciplina dei Diritti Umani raccomanda al ministero dell’Istruzione di verificare ulteriormente le condizioni generali in atto prima di procedere all’aperture incondizionata delle scuole di ogni ordine e grado. “Riteniamo fondamentale avviare monitoraggi globali e analizzare attentamente tutte le varie situazioni regionali prima di far ripartire docenti fuorisede e sollecitare la sanificazione dei locali, in quanto il rischio di dover nuovamente attivare la Didattica a distanza dopo due otre settimane in presenza in funzione di una terza ondata è tutt’altro che remoto”. Sui vaccini da somministrare ai docenti, subito dopo gli operatori sanitari e le categorie fragili, il Coordinamento ricorda che quella dell’insegnante è tra le attività lavorative più rischiose per il contatto con il pubblico.
“Oggi i contagi hanno fatto registrare un valore pari a 22.211 nuovi casi; 462 vittime ed un tasso di positività al Covid in Italia, che si attesta al 14,1% rispetto al 12,6% di giovedì. Si dovrebbe riflettere su tali dati considerando che oggi è soltanto il primo giorno dell’anno”.