L’ANPI ricorda il partigiano Alberto Bortolin, torturato e assassinato dalla X Mas a Valdobbiadene
Ieri ricorreva l’ottantesimo anniversario della morte del martire della libertà vittima delle atrocità fasciste
VALDOBBIADENE – Ieri, lunedì 9 dicembre, si è tenuta a Valdobbiadene una cerimonia in ricordo del partigiano Alberto Bortolin caduto nella Lotta di Liberazione dalla dittatura nazifascista e per la democrazia. Il gruppo consiliare VIE (Valdo d’Italia e d’Europa), l’ANPI, diversi cittadini e i parenti del martire per la libertà, attraverso le parole del segretario ANPI Valdobbiadene, Piero Baratto, hanno commemorato l’ottantesimo dalla morte. Durante la cerimonia, semplice e commovente, sono intervenuti anche il fratello Mario e i nipoti di Alberto Bortolin, che insieme ad altri documenti della famiglia hanno letto l’ultimo scritto del loro congiunto.
La testimonianza dell’ANPI di quanto ha subito il partigiano Alberto Bortolin, per mano dei fascisti, è particolarmente significativa: “Dopo giorni di torture da parte dei marò del battaglione forze speciali “decima mas”, non cedette, nonostante le atroci sofferenze, alle proposte di tradimento da parte dei torturatori. Quindi venne trasportato con l’ausilio di una carriola, perché ormai non si reggeva più in piedi e fucilato sul muro sud del cimitero di Valdobbiadene. Per disprezzo i fascisti vietarono la sepoltura dentro il cimitero e venne quindi sepolto dagli stessi in terreno non consacrato”.
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