LE TELEFONATE HANNO INCASTRATO L’OMICIDA
Bance Harouna ha confessato di aver ucciso “Aline” perché credeva fosse un uomo. Oggi l’autopsia
Castelfranco – Cinque telefonate per arrivare all’appartamento della vittima. Le tracce lasciate sul cellulare dell’assassino sono state fondamentali per arrivare a lui.
Bance Harouna, 28 anni, operario originario del Burkina Faso regolarmente in Italia dal ‘99, è stato raggiunto dai carabinieri dopo serrate indagini domenica intorno alle 6, in una discoteca di Vicenza molto frequentata da extracomunitari.
Prima dell’incontro che poi ha avuto il tragico esito, tra i due ci sono state cinque telefonate in quindici minuti. Matteus Da Silva Ribeiro, 24 anni, in arte “Aline”, aveva guidato il suo assassino con il telefonino all’appartamento nel residence “Le Logge” di Castelfranco.
I carabinieri, grazie ai tabulati telefonici, sabato notte sono arrivati all’abitazione di Feltre di Bance Harouna. A casa non c’era nessuno, quindi le indagini sono state allargate ed il giovane cliente di “Aline” è stato trovato a Vicenza.
Un pugno al volto e poi il soffocamento del transessuale, ma per ora non si sa di più; oggi l’autopsia sul corpo del giovane viado. Si saprà con esattezza la causa del decesso e si capirà anche se i due avessero consumato un rapporto sessuale. L’africano ha detto di aver assunto della cocaina prima di incontrare “Aline”.
A convincerlo a confessare è stato il padre che vive in Burkina Faso, cui ha telefonato domenica. Ora è accusato di omicidio volontario.
Sarà interrogato ancora. Per ora si è limitato a dire di aver ucciso il brasiliano perché aveva scoperto che si trattava di un uomo e non di una donna. Sarebbe nata una lite degenerata fino all’omicidio.
In foto: la vittima, Matteus da Silva Ribeiro, e la conferenza stampa dei Carabinieri tenutasi a Treviso. (Foto Balanza)