07 dicembre 2024
Categoria: Fotografia - Tags: Copyright, facebook, Instagram
Andrea Armellin | commenti |
ATTENZIONE: PER GLI ULTIMI AGGIORNAMENTI VAI ALLA FINE DELL'ARTICOLO
Facciamo un po’ di sano terrorismo psicologico.
Alcuni lo sanno, molti lo dimenticano, ad altri magari è sfuggito. Per questi ultimi, in particolare fotografi ma non solo, riporto un estratto significativo delle clausole di adesione a FaceBook.
Al punto 2.1 si legge: "…l'utente concede a Facebook una licenza non esclusiva, trasferibile, che può essere concessa come sottolicenza, libera da royalty e valida in tutto il mondo, per l'utilizzo di qualsiasi Contenuto IP pubblicato su Facebook o in connessione con Facebook ("Licenza IP")."
In pratica, abbiamo ceduto e cediamo (si, anch’io) a FB i diritti sulle nostre foto pubblicate, e anche il diritto di cederle a terzi. Esatto, cederle a terzi. Che si può anche leggere: venderle ad altri. E senza dirti nulla. Chiaramente, vale anche per le foto che pubblichiamo su piattaforme esterne (ad esempio Flickr, 500px..), ma condividiamo poi in FB. Magari FB non le rivenderà mai, chissà. Intanto però abbiamo detto un sì che ci vincolerà fino a quando decideremo di cancellarci da FB. Alla faccia della Super C di Copyright sovraimpressa con la firma!
Nel frattempo, anche Instagram (di proprietà proprio da Facebook) ha deciso di aggiornare i suoi termini di servizio.
Andando a spulciare le novità, si legge (sezione “Rights”, punto 2): “you agree that a business or other entity may pay us to display your username, likeness, photos (along with any associated metadata), and/or actions you take, in connection with paid or sponsored content or promotions, without any compensation to you.”
In pratica acconsentiamo che Instagram (ovvero Facebook) rivenda senza nessuna remunerazione per noi le nostre foto (e i nostri username, e i nostri “like”, e i commenti..) a qualsiasi organizzazione abbia soldi per pagarle.
In parole povere, Facebook + Instagram avrà a disposizione una banca fotografica immensa, da sfruttare come e meglio le aggrada. Quindi magari potreste vedere una vostra fotografia usata per una campagna pubblicitaria di Gucci, o Fiat, o McDonald… senza che nessuno vi avvisi …e paghi. E non è finita qui, sono numerose le clausole nuove e controverse.
Chiaramente la qualità delle foto (leggi: dimensioni) è ridotta, non adatta all’utilizzo sui media “classici”. Per capirci: non potranno usare la vostra foto per una pagina di una rivista. Ma sarà perfetta per tutte le possibilità legate all’utilizzo di smartphone e tablet… ovvero la nuova frontiera della comunicazione e della pubblicità. Evidentemente FB e Instagram non voglion farsi trovare impreparati.
La bella notizia è che tutto ciò avrà valenza legale solo a partire dal 16 gennaio 2013. Fra meno di un mese. E se non siete d’accordo? L’unica alternativa è la chiusura del proprio account su Instagram. E magari l’apertura (o il ri-utilizzo) di un account su Flickr, o su 500px, o su qualsiasi altro servizio che non vuole usare i vostri contenuti per i propri scopi di lucro.
Sopravviverà Instagram a se stesso?
PS: Per chi mastica l’Inglese, consiglio questo articolo sul New York Times
AGGIORNAMENTO 19 dicembre 2012 (vedi più sotto quello del 21 dicembre)
A due giorni dal rilascio delle nuove norme, Instagram ha fatto un passo indietro. Il polverone sollevato dalla loro stesura poco chiara (ingenua?) ha spinto Kevin Systrom, co-fondatore di Instagram, a fare un passo indietro.
In pratica, in un nuovo messaggio ci assicura che non è sua intenzione vendere le nostre fotografie, che forse quello che ha scritto ha generato fraintendimenti, e che il suo scopo è quello di portare il rapporto contenuti / pubblicità all'interno dell'applicazione ad un nuovo livello, senza "banner fastidiosi". Ma SENZA vendere le nostre foto. E quindi? Tanto rumore per nulla?
Trovate qui il testo nel blog di Instagram
No. Semplicemente non vedremo le nostro foto con un marchio sopra. Ma forse a fianco, si.
Quello che ha suscitato perplessità in molti (e anche in me) è la parte in cui Instagram si permetteva il diritto di rivendere a terzi foto e contenuti.
Chè a mio parere è diverso dal fatto di poter usare esso stesso i nostri contenuti, per farsi pubblicità o promuovere servizi.
Restiamo ora in attesa delle nuove norme, promesse da Kevin e in arrivo a suo dire a brevissimo.
Intanto potete continuare e approfondire il discorso qui
AGGIORNAMENTO 21 dicembre 2012
Alla fine Instagram ha deciso di non modificare nulla: i termini di servizio rimarranno più o meno gli stessi.
In più c'è la personale assicurazione del co fondatore Kevin Systrom che scrive sul blog di Instagram: "I want to be really clear: Instagram has no intention of selling your photos, and we never did. We don’t own your photos – you do."
Ovvero: "non abbiamo intenzione di vendere le vostre foto". E aggiunge le proprie scuse.
In realtà anche con la versione precedente dei termini abbiamo ceduto a Instagram (come a Facebook) la possibilità di dare in sublicenza (a pagamento?) i nostri materiali.
Non resta che fidarci della parola di Kevin Systrom.
PS: grazie a tutti per i suggerimenti e i link di confronto. In molti si lavoro meglio che da soli
Andrea Armellin
Fotografo e grafico. Spande la fotografia a piene mani ovunque gli riesca
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