Letture telefoniche agli anziani durante il lockdown
La psicoterapeuta Lucia Tamai di Silea: “Una iniziativa encomiabile: libera l’anziano dal senso di solitudine, di trascuratezza e di abbandono”
SILEA - La storia è ambientata in uno dei Paesi tuttora più in sofferenza per la pandemia: la Spagna. Ma è una bella storia. Racconta di un libraio che prima dell’Età del Coronavirus radunava ogni una o due settimane i propri clienti per leggere loro dei libri; e per discuterne insieme poi, davanti a un tazza di caffè o a una bibita. Il lockdown, da un brutto giorno in poi, ha chiuso tutti dentro casa e più i giorni si sommavano noiosamente in un calendario interminabile, più si avvertiva la mancanza e poi il bisogno di quel leggere insieme.
E così il libraio, senza la briga di link, zoom e google meet, ha incominciato a telefonare ai più anziani dei suoi clienti abituali, che poi erano rimasti i più soli. Venti minuti, al cellulare, con ognuno, ogni giorno per tutti i giorni della chiusura totale: qualche paginetta di un libro scelto dall’anziano oppure consigliato; quattro chiacchiere prima di salutarsi e darsi appuntamento l’indomani. Ne ha parlato “El Pais”. Alcuni lo hanno imitato. La chiamano, in termini tecnici, biblioterapia. Certamente ha permesso a molte persone avanti con gli anni di superare un momento difficile, con possibili ripercussioni anche importanti sullo stato psicofisico.
Lucia Tamai è una psicoterapeuta che nel suo studio si Silea incontra anche pazienti di una certa età. “Una iniziativa encomiabile: a livello sociale, perché libera per un po’ l’anziano dal senso di solitudine, di trascuratezza e di abbandono in cui molti di loro si trovano a vivere, creando un ponte tra generazioni che spesso è ciò che gli anziani desiderano di più; a livello cognitivo, l’ascolto del libro è uno stimolo che contrasta il decadimento cognitivo con effetti positivi a livello psicologico grazie alle sensazioni e alle emozioni che l’ascolto delle storie narrate comporta”.
Qualcosa di simile all’esperienza spagnola è stata fatta anche da noi in Italia, nei primi anni Sessanta: il maestro e scrittore Gianni Rodari raccontava le storie alla figlia, ogni sera, per farla addormentare. Spesso però si trovava lontano. Così nacquero le “Favole al telefono”.