Il magistero di Papa Francesco nel mondo
Intervento del Vescovo Pizziolo
VITTORIO VENETO - Nelle ultime settimane, le vicende del Vaticano sono state approfondite nei media del Paese.
Sicuramente il dossier di Mons. Viganò con le accuse di omissioni nei confronti di Papa Francesco ha suscitato molte perplessità.
Il settimanale della diocesi di Vittorio Veneto ha affrontato il problema e L'Azione, datata 16 settembre, pubblica un'intervista del Direttore don Alessio Magoga al Vescovo Corrado Pizziolo.
Con l'assenso di don Magoga, che OggiTreviso ringrazia per la disponibilità, pubblichiamo alcuni stralci.
Eccoli:
"Che cosa pensa del dossier Viganò? Qual è la sua posizione?
Nel volo di rientro dall’Irlanda, papa Francesco invitava i giornalisti a leggere attentamente il comunicato e a farsi il proprio giudizio: “Io non dirò una parola su questo – ha detto il Papa -. Credo che il comunicato parli da sé stesso, e voi avete la capacità giornalistica sufficiente per trarre le conclusioni”. A mio avviso, è proprio così: chiunque legga quel testo, in modo obiettivo, non può che trarre la conclusione che si tratta di un testo assai poco attendibile, fatto di accuse senza prove e senza documentazione. Come hanno mostrato parecchi giornalisti, l’autore in varie sue affermazioni è in contraddizione con i fatti e – nell’insieme - mescola alcuni elementi di verità con molti altri che sono del tutto infondati.
L’accusa principale è di aver coperto in qualche modo il card. Mc Carrick…
Sì, ma – alla luce di quanto è realmente accaduto - è un’accusa che non sta in piedi. Tra l’altro è un’accusa rivolta a una persona – papa Francesco – che si sta impegnando a fondo per fare chiarezza in vari settori della Chiesa, ma in modo del tutto particolare proprio nell’ambito degli abusi sessuali. E si sforza di fare chiarezza con i suoi discorsi e con le sue scelte concrete.
Perché, secondo lei, questo attacco a papa Francesco?
Per me è molto difficile capire a fondo le ragioni della presa di posizione di mons. Viganò, che – oltre a non essere vera - è dirompente e mette sul Papa un sospetto cattivo che si diffonde tra i fedeli di tutto il mondo. Alcuni giornali ritengono che ci siano motivi di risentimenti personali nei confronti di altre persone della Curia romana e di papa Francesco stesso. Può essere una risposta, ma non credo che si tratti solo di questo. Più attendibile, secondo me, è proprio la lettura che ne dà il vescovo Armando Bucciol: è un tentativo di delegittimare papa Francesco e il modo in cui egli interpreta il vangelo e il cammino della Chiesa, tirandolo dentro allo scandalo degli abusi sessuali. Credo sia questa la lettura più vicina alla realtà.
Alcuni settori della Chiesa stanno cavalcando le accuse…
Purtroppo sì. Basta guardare cosa corre in Internet o cosa scrivono certe pubblicazioni provenienti da alcuni settori ecclesiali particolarmente conservatori. Tra l’altro mons. Viganò è stato spalleggiato e sostenuto da alcuni giornalisti notoriamente critici verso papa Francesco ed espressione di una certa linea ecclesiale.
Questi fatti stanno generando sconcerto tra la gente. Come reagire?
Non abbiamo nessun motivo per prestare ascolto a questi seminatori di zizzania. Ritengo che siamo tutti chiamati a ribadire – motivatamente - la nostra fiducia e il nostro amore per papa Francesco. Personalmente sto facendo proprio così e invito i nostri fedeli a fare altrettanto: un atto di fiducia e di amore nei confronti di papa Francesco, perché sono davvero tanti e profondi i motivi per fare questo atto di fiducia... E poi – riguardo le critiche che gli vengono mosse - penso che è stato così fin dall’inizio: persino Gesù è stato accusato di essere un mangione, un beone, uno squilibrato e un indemoniato. Non stupiamoci se qualcosa di simile accade anche al suo vicario, il Papa.
Secondo lei, cosa dà fastidio di papa Francesco?
A mio avviso, la sua attenzione, particolarmente insistita sui problemi sociali: povertà, migrazioni, sfruttamento delle persone… difesa del creato da ogni forma di speculazione… Inoltre la sua denuncia altrettanto insistente sulle cause dell’ingiustizia sociale: l’indifferenza, la “mentalità dello scarto”, il capitalismo selvaggio… Tutto questo, anche se giusto, è assai scomodo e non mi meraviglia che si cerchi di rifiutarlo. E poi penso che all’interno della Chiesa crei problema la sua insistenza sulla misericordia, che, per alcuni, sembra scardinare la disciplina e la tenuta morale della Chiesa stessa. In realtà, se ci pensiamo, è il cuore del messaggio di Gesù. Un messaggio che – guarda caso – ha incontrato difficoltà e opposizioni fin dall’inizio. Allora come oggi".