PIEVE DI SOLIGO - Dove celebrare il matrimonio con rito musulmano? Nei locali della chiesa cattolica. Il parroco di Pieve di Soligo, don Giuseppe Nadal, si dice amareggiato. Afferma di non aver concesso i locali in genere a disposizione della comunità cristiana per un evento di questo tipo. Ma ormai la cerimonia era stata organizzata. E non si poteva tornare indietro. Anzi la notizia, diffusa tra i residenti, era stata accolta con entusiasmo. L’unione tra due ragazzi che si amano - hanno pensato i pievigini - è una benedizione. Qualunque sia il rito che l’accompagna. Alla presenza di un centinaio di invitati, vestiti con costumi tipici del Marocco, nell’oratorio adiacente al cinema Careni si sono dunque scambiati promesse e sorrisi due giovani di origine marocchina: Yasmila, 27 anni, e Amin, 28, residenti a Ponte della Priula.

Per l’occasione, i locali sono stati arredati con elementi coreografici tipici: tappeti, tavolini e divani arabi (dove la sposa verrà truccata con l’hennè dalle amiche), l’Amariya, il trono bianco sollevato da quattro portantini con il quale la sposa verrà portata in trionfo. Anche le pietanze saranno quelle della tradizione: i piatti preparati dagli chef dell’associazione culturale Orizon, guidata dalla responsabile Sultana Negafa, saranno un trionfo di profumi, colori e sapori marocchini. Da lontano, da Fez la città maghrebina famosa anche per i sontuosi abiti da sposa, è arrivato anche il kaftan, l’abito più importante che Yasmila ha indossato durante la lunga cerimonia. Il matrimonio ha visto le donne e gli uomini brindare convivialmente (a base di tè nero alla menta) in due sale diverse ascoltando gli youyous, le grida di gioia beneauguranti della tradizione.