Meglio rinviare l'apertura della scuola a data da destinarsi
Anche a Treviso mancano i banchi e le mascherine. Ma soprattutto i professori. "E poi come la mettiamo con il rischio contagio nei giorni delle elezioni?" I timori dei Presidi della Marca
TREVISO - Il presidente dell’associazione nazionale Presidi, Antonello Giannelli, ieri l’ha detto papale papale: meglio rinviare l’apertura della scuola a data da destinarsi. Perché “a destinazione”, a tre giorni dall’inizio della scuola, non sono arrivati – nella gran parte degli istituti almeno – né banchi con rotelle, né mascherine per tutti ma soprattutto non stanno per giungere nemmeno i professori necessari.
Gli dà ragione Gianni Maddalon, preside fresco di pensione ma che continua a guidare l’associazione dei dirigenti scolastici a Treviso e Belluno. Nella Marca ci sono scuole con una dotazione di mascherine sufficiente per quattro giorni al massimo. Istituti che i banchi anticontagio li hanno visti solo in foto (dovevano entrare rigorosamente nelle aule entro il 7 settembre). E, ciliegina sulla torta, dirigenti scolastici addirittura beffati sull’interpretazione da dare al cosiddetto “organico aggiuntivo Covid”: invece di cattedre è stato loro consigliato di chiedere ore; e così al posto di 18 h. – cioè un prof. in carne e ossa - di Matematica o di Italiano, di ore se ne sono viste assegnare una.
Piani saltati, progetti cestinati. Molti presidi stanno tornando, come nel gioco dell’oca, alla casella di partenza e ipotizzano di dividere le classi: metà in presenza e l’altra parte in collegamento da casa. “Non siamo pronti, nemmeno a Treviso” – insiste Maddalon – “aprile maggio e giugno, del resto, sono andati letteralmente persi; meglio allinearsi alle Regioni che hanno procrastinato l’avvio dell’anno scolastico”.
Grazie all’autonomia le scuole possono deciderlo senza problemi: “La Regione stabilisce il calendario scolastico ma ogni Consiglio di istituto può apportare le modifiche che crede, tenendo conto del recupero dei giorni nel monte ore complessivo” – spiega l’ex preside, che aggiunge il carico da novanta: “Il 20 e 21 settembre le aule scolastiche ospiteranno i seggi per le elezioni regionali; gente entrerà e uscirà e che sarà assolutamente impossibile tracciare qualora malauguratamente si manifestasse un contagio. Qualcuno mi spiega perché non si poteva cominciare l’anno scolastico dopo le votazioni?”