29/03/2024pioggia debole

30/03/2024pioggia debole

31/03/2024pioggia debole e schiarite

29 marzo 2024

Nord-Est

Migranti, traffico esseri umani: due fermati

Sono ritenuti responsabili, in concorso, di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di tortura

| Ansa |

| Ansa |

Migranti, traffico esseri umani: due fermati

GORIZIA - Due bengalesi, di 32 e 24 anni, sono stati sottoposti a fermo - convalidato dai gip - perché ritenuti responsabili, in concorso, di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di tortura, sequestro di persona a scopo di estorsione, favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.

Uno è stato fermato ad Agrigento, l'altro a Gorizia dove nel frattempo era stato trasferito. All'hotspot di Lampedusa i due sono arrivati a fine settembre. Erano su un barcone differente rispetto a quello dove erano stati imbarcati i connazionali che, secondo le indagini, in un campo di detenzione a Zuwara in Libia, erano stati tenuti prigionieri e torturati affinché pagassero, o saldassero, le somme pattuite all'inizio del viaggio dal Bangladesh. I poliziotti della Squadra Mobile di Agrigento sono arrivati all'identificazione dei due dopo aver sentito alcuni bengalesi che, nonostante il timore perché all'hotspot si erano ritrovati davanti agli occhi i loro aguzzini, hanno raccontato quanto avevano vissuto. Dall'inchiesta, coordinata dalla Dda di Palermo, è emerso che i bengalesi sono arrivati a pagare fino a 10 mila euro per il viaggio dal Bangladesh. Chi saldava prima della partenza dalla Libia, è emerso anche, aveva un buon trattamento nel campo di detenzione: vi restava per pochissimo tempo, aveva assistenza sanitaria se necessaria e perfino un ventilatore. Non soltanto libici ed egiziani, ma anche bengalesi.

Cambiano i flussi migratori - negli ultimi mesi, a Lampedusa, sono aumentati gli sbarchi di bengalesi - e mutano anche le nazionalità degli aguzzini nei campi libibi. Secondo quanto è emerso dalla nuova inchiesta della Squadra Mobile di Agrigento, realizzata con il coordinamento della Dda di Palermo, i proprietari dei campi di detenzione, in Libia, si stanno affidando a connazionali di chi è in fuga per fare sì che nei centri di detenzione - che arrivano ad ospitare, tutte ammassate, anche 2.500 persone - venga garantita la vigilanza e per portare a termine le estorsioni del denaro pattuito prima del viaggio.

 


| modificato il:

Ansa

Dello stesso argomento

vedi tutti i blog

Grazie per averci inviato la tua notizia

×