LA MOSTRA DEI TROFEI DI CACCIA DAL SANT'ARTEMIO ALLA CORTE DEI CONTI
Idv: "Soldi pubblici dati a un amico pregiudicato"
| Mauro Favaro |
TREVISO – La Mostra dei trofei di caccia, organizzata a maggio al Sant'Artemio e costata 90 mila euro, finisce davanti alla Corte dei Conti.
A portarcela è l'Idv, che ieri ha annunciato l'invio di un esposto alla magistratura contabile. Perché? Perché dopo aver chiesto conto delle spese, il gruppo di Di Pietro non ha ricevuto dalla Provincia neppure una “qualsiasi pezza giustificativa”.
Ma c'è di più. “Ci sono soldi pubblici dati a un amico pregiudicato: tra quelli chiamati a collaborare c'era anche la Confu (Confederazione ornitologica nazionale fiere uccelli, ndr) di Godega di Sant'Urbano, presieduta da Gianpietro Zava – scrive l'Idv – pluripregiudicato condannato lo scorso aprile alla pena patteggiata di 4 mesi per detenzione illecita di armi da fuoco e di fauna protetta e già nel '98 condannato per maltrattamento di animali”.
Troppo, secondo l'eurodeputato Andrea Zanoni e il consigliere provinciale, Gianluca Maschera. “La Provincia – attacca Maschera – non trova di meglio che dare contributi ad associazioni presiedute da condannati per maltrattamento di animali”. Quanto? Circa 10 mila euro. Secondo l'Idv, poi, nemmeno giustificati. Stesso discorso vale per 12 mila euro alla Pro Loco di Cimadolmo, 2.500 all'Associazione gestione ungulati Treviso e 2 mila all'Associazione cacciatori tiratori vittoriesi.
“E' allucinante che la Provincia apra la borsa senza pretendere un minimo di rendiconto – punge Andrea Zanoni – come la Confu ha speso i soldi? E perché è stata scelta proprio la Pro Loco di Cimadolmo?”.
Dal Sant'Artemio, però, non tarda la replica. “La Confu è ritenuta in possesso dei requisiti per l'affidamento del servizio – spiegano – tanto più che l'altra associazione, la Aorfu di Maserada, ha declinato la disponibilità alla collaborazione e rivolgersi alla Confu è stato inevitabile”. E Zava? “Non conosco la sua storia – chiude Muraro – ma va detto che non si tratta di contributi dei cittadini, ma di soldi provenienti dalle licenze che la Regione ci trasferisce e che siamo obbligati a spendere per la caccia”.