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13 gennaio 2025

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Infortuni? Rugby sempre più veloce

Il dottor Marino Baldo dello staff sanitario del Benetton Rugby analizza la situazione della squadra sotto il profilo medico

| Gianandrea Rorato |

| Gianandrea Rorato |

Infortuni? Rugby sempre più veloce

TREVISO - Il responsabile dello staff medico, Marino Baldo, fa il punto della situazione sulla questioni infortuni e sul lavoro svolto dallo staff medico durante questa stagione.

Qual è il quadro generale sull’attuale situazione infortuni?

"La situazione attuale vede Gega pronto a rientrare dopo la frattura allo zigomo sinistro, Pratichetti sta seguendo il protocollo riabilitativo per il recupero della lesione del collaterale mediale del ginocchio riportato nella partita contro il Galles, Santamaria sta recuperando molto bene dalla frattura al braccio destro. Purtroppo nell’ultima partita Filippetto ha subito un trauma distorsivo al ginocchio destro, abbiamo fatto le valutazioni cliniche e aspettiamo l’esito della risonanza magnetica. Fuser invece ha riportato un trauma distorsivo al rachide cervicale. Le radiografie non hanno riportato segni di frattura, stiamo monitorando la sua situazione per recuperarlo al più presto"

In questa stagione abbiamo avuto più volte a che fare con infortuni importanti dai lunghi tempi di recupero. Come avete gestito le diverse situazioni? Sentite la pressione di dover far recuperare il più velocemente possibile l’atleta?

"Partecipare al Pro12 richiede molte energie e tanta preparazione. Buona parte dei nostri giocatori sono nazionali e soprattutto in una stagione come quella in corso con Mondiali e Sei Nazioni hanno avuto poco tempo per recuperare, ciò comporta un maggiore sforzo fisico e di conseguenza un alto rischio di infortuni. Purtroppo le nostre trasferte sono lunghe e spesso i tempi di recupero sono molto brevi. Spesso ci capita di giocare domenica in casa e venerdì sera in trasferta con soli 4 giorni a disposizione. Abbiamo 11 trasferte all’estero e questo comporta sempre almeno 2 viaggi in aereo nell’arco di 3 giorni. In più il rugby moderno sta diventando sempre più fisico e veloce di conseguenza gli impatti sono più forti.

Quest’anno abbiamo avuto molte fratture traumatiche, alcune anche particolari, mi vengono in mente le fratture del massiccio facciale di Nitoglia, Gori, Gega e Filippetto, tutte nell’arco di due mesi. Abbiamo avuto la frattura della mano di Ferrari, la frattura del radio di Santamaria e la frattura costale di Zanni il quale ha continuato a giocare ugualmente. Poi ci sono i traumi muscolari e articolari di alcuni nostri giocatori che abbiamo recuperato grazie al lavoro immenso del nostro staff di fisioterapisti che sono instancabili.

Inoltre abbiamo a che fare con dei quadri clinici cronici, di alcuni giocatori dei quali non faccio i nomi per questioni di privacy, che non possono essere disponibili durante tutti gli allenamenti e per i quali i preparatori atletici studiano settimanalmente delle sessioni di lavoro ad hoc.

Devo ringraziare la società che si è sempre comportata in modo molto professionale, trasmettendo la “giusta” pressione, soprattutto nelle ultime due stagioni in cui c’è stata grande tensione attorno a tutta la squadra".



All’interno dello staff medico come riuscite a coordinare il vostro lavoro?

"Abbiamo uno staff medico allargato composto da me, Dr. Baldo che sono medico fisiatra e il responsabile medici e che coordino tutte le figure dello staff, dal Dr. Saccocci, figura storica del Benetton Rugby e medico dello sport, sempre disponibile per qualsiasi problema quotidiano degli atleti; poi abbiamo il Dr. Gravinese, specialista in ortopedia, e il Dr. Lela, radiologo interventista, i quali completano lo staff e eseguono i trattamenti infiltrativi.

Da circa 3 anni abbiamo messo in piedi un programma di prevenzione con trattamenti settimanali di terapie infiltrative come l’ozonoterapia, la neuralterapia, la proloterapia, le onde d’urto oltre alla fisioterapia convenzionale che i nostri fisioterapisti Zaffalon, Bazo e Mazzon eseguono quotidianamente. Questa organizzazione permette di recuperare i nostri atleti nel più breve tempo possibile. Le tempistiche di recupero sono in linea con la casistica europea e questo ci rende orgogliosi del nostro lavoro. Inoltre abbiamo anche un pool di specialisti con i quali collaboriamo, faccio l’esempio di Esposito che a settembre, è stato operato alla spalla dal Prof. Walch, uno dei massimi esperti in Europa"

Quanto è importante ed allo stesso tempo difficile il ruolo di un medico, dal punto di vista del supporto psicologico fornito all’atleta durante sua fase di guarigione?

"Fare il medico non vuol dire somministrare solo delle terapie oppure dei medicinali. L’atleta è una persona che usa a mille il suo corpo e lo fa quotidianamente. Il giocatore infortunato diventa una persona che richiede un supporto medico e soprattutto psicologico importante perché un giorno senza allenamento ha delle ripercussioni psicologiche non di poco conto. Con lo sportivo, a differenza della medicina generale, il contatto è quotidiano e anche l’evoluzione viene seguita passo dopo passo. Certi traumi richiedono tempo e quindi l’evoluzione può essere lenta. In questi casi la gestione è molto importante e il giocatore deve percepire che è seguito al meglio, altrimenti si innescano dei meccanismi psicologici che possono rallentare il recupero fisico".

 

Non si può negare che i risultati in campo siano arrivati nel momento in cui l’infermeria fosse meno piena. Cosa pensi a riguardo?

"Sono d’accordo. Ovviamente la nostra speranza è quella di avere poco lavoro in infermeria e di vedere i ragazzi allenarsi sul campo di gioco. Fornire il maggior numero di giocatori, nel miglior stato fisico permette allo staff tecnico di fare le scelte migliori. Purtroppo in questa stagione ci siamo trovati più volte a fare delle scelte forzate a causa dei numerosi infortuni"
 

 



Gianandrea Rorato

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