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22 novembre 2024

Treviso

L’Europa che verrà

Intervista all’europarlamentare Gualmini

| Pietro Panzarino - Vicedirettore |

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| Pietro Panzarino - Vicedirettore |

L’Europa che verrà

TREVISO - A pochi giorni dalla Festa dell'Europa e alla vigilia del primo anniversario delle elezioni europee, svoltesi dal 23 al 26 maggio 2019, torniamo a esaminare la tematica, con l’intervista all’europarlamentare Elisabetta Gualmini, eletta nella nostra Circoscrizione Nord-Est, che comprende le Regioni Veneto, Friuli-Venezia Giulia e l'Emilia-Romagna.

 

Questo il riepilogo della consultazione, con i risultati ottenuti a livello nazionale e relativi seggi conquistati:

 

Lega Nord: 34,3% con seggi 28; Partito Democratico: 22,7% con 19 seggi; M5S 17,1% con 14 seggi; Forza Italia 8,8% con 6 seggi; Fratelli d'Italia 6,4% con 5 seggi. Alle elezioni si presentarono altre 12 formazioni politiche, nessuno delle quali riuscì ad eleggere eurodeputati. Subito dopo l'insediamento del nuovo Parlamento Europeo si assestarono i rapporti politici tra le nuove formazioni, al termine delle quali furono eletti la Presidente della Commissione, la tedesca Ursula Von der Layen del Partito Popolare il 2 luglio 2019 e il Presidente dell'Assemblea, l'italiano David Sassoli il 16 luglio 2019. All'interno della Commissione Europea è stato eletto l'italiano Giancarlo Gentiloni.

 

Papa Francesco è diventato il grande tessitore, nello spingere verso la dimensione di “Più Europa...”

 

Ho da sempre una grande ammirazione per la figura di Papa Francesco, per il suo impegno globale. La sua attenzione agli ultimi del pianeta ne aumenta il carisma. Direi che sta promuovendo un nuovo “umanesimo”. Ha capito fin da subito che la centralità della persona, le sue insicurezze e le sue angosce sono tematiche molto rilevanti. Dimostra poi un interesse costante verso l'ambiente e lo sviluppo sostenibile. Non stupisce che creda nello sviluppo dell'Europa come comunità di uomini e donne, come comunità di destini, una Europa che sia più forte, più unita, che non sia solo la somma di singoli Stati, ma riesca ad avere delle competenze larghe e dirette sulle sfide più rilevanti, dai migranti alle problematiche sociali sino alle risposte alla crisi in corso. Non mi sorprende questo suo afflato europeista in una fase, in cui non è possibile che i singoli Paesi, come l'Italia, possano farcela da soli.

 

 In Italia nel dibattito politico non emergono leader “europei”

 

In realtà non sono del tutto d'accordo con questa affermazione. Nell'ultimo periodo, dall'estate scorsa osserviamo un aumento di credibilità a favore dell'Italia, soprattutto grazie a figure come David Sassoli, Presidente del Parlamento europeo e Gentiloni, Commissario all’economia. L’autorevolezza dell'Italia, ad esempio incarnata dal Ministro Gualtieri, che ha un profilo chiaramente europeista, è sempre più riconosciuta. Lo si vede anche nei risultati e nelle misure che stiamo ottenendo sul versante della risposta alla pandemia: dal programma SURE a favore dei disoccupati, alla nuova linea speciale senza condizioni del MES dedicata al contrasto della pandemia, al rafforzamento della BEI (Banca Europea degli Investimenti) fino al Piano per la ricostruzione di cui stiamo discutendo oggi, parliamo di misure gigantesche che arriveranno a mobilitare circa 1500-2000 miliardi. Si può dire che gli italiani e la loro posizione viene ascoltata dall'Europa. Negli ultimi mesi va riconosciuto che l'Europa si è svegliata, ha cercato di essere più vicina ai cittadini, con politiche e interventi fuori dall’ordinario anche per noi Italiani. Dall'altro lato bisogna dire che da parte dei partiti anti-europei e nazionalisti è molto facile urlare contro l’Europa, e farne un capro espiatorio. In una fase di difficoltà e di crisi, nella quale siamo, è molto semplice individuare nell'Europa l'ennesimo colpevole, su cui indirizzare la rabbia dei cittadini. Mi sembra però che in questa fase ci sia un clima leggermente diverso cioè che il Presidente Conte sia riuscito in realtà ad accreditarsi come un abile mediatore ai tavoli europei, insieme a Gualtieri. Poi, come sempre, non è automatico se sei un leader nazionale e quindi rispondi alla constituency del tuo Paese, indossare il cappello del leader europeo. Questo è un problema annoso che riguarda tutti gli Stati europei. Ma vedo segnali positivi in questa fase.

 

A un anno dalle ultime elezioni europee, si sono creati gli equilibri politici stabili tra le forze politiche in Europa e al Parlamento?

 

La risposta è affermativa, si. C'è un cartello molto robusto delle forze europeiste. Di fatto su oltre 700 deputati, 500 sono europeisti, quindi c'è una larga maggioranza dei partiti a favore dell'Europa. Bisogna dire che l'unico cambiamento di questa legislatura è che i partiti tradizionali ossia i Socialisti da un lato e i Popolari dall'altro si sono un po' asciugati, hanno visto ridurre le loro dimensioni, però si è allargato il campo e il numero dei partiti europeisti, penso al boom del partito dei Verdi, e al raggruppamento Renew, di matrice liberale. Quindi nell'insieme tutte queste forze creano un potente cordone sanitario nei confronti dei partiti antieuropei. E devo dire che questo in Europa si vede.

 

Nel Parlamento Europeo di oggi viene approfondito il dibattito sul tema scottante delle prospettive europee? A quando l’annunziata e rinviata Conferenza sul tema?

 

In verità la Conferenza sul futuro dell'Europa è un progetto tuttora in atto, lanciato da Sassoli all’inizio della sua presidenza. C'è tutta l'intenzione di andare avanti. La Conferenza che dovrebbe durare 2 anni è una specie di grande tavolo, in cui dovrebbero coinvolti anche le organizzazioni e gli enti che nei territori sono più vicini ai cittadini, e che dovrebbero portare a dei cambiamenti nel funzionamento delle istituzioni europee. Un esempio per tutti: ridurre i poteri degli Stati e quindi circoscrivere il potere di veto in seno al Consiglio in modo che non tutte le decisioni debbano essere prese all'unanimità. Ragionevolmente il progetto dovrebbe partire dopo la paura estiva.

 

Il tuo contributo in veste di europarlamentare in questo primo anno di Legislatura. Faccio parte di due commissioni molto importanti: la Commissione Lavoro e Welfare e la Commissione Bilancio

 

Sto seguendo dossier rilevanti in questa fase di crisi, per esempio per quanto riguarda il bilancio io sono relatrice del dossier sulle Risorse Proprie del bilancio dell’UE, ovvero sulle entrate squisitamente europee che dovrebbero aumentare per poter finanziare anche il Piano sulla ricostruzione. Penso alla tassazione sulle grandi multinazionali che non possono solo ottenere enormi profitti senza contribuire in maniera adeguata, o ai giganti del web che in questi ultimi mesi hanno visto crescere a dismisura i loro guadagni. Penso anche alle imposte che correggono comportanti sbagliati in merito alla lotta al cambiamento climatico, come quella sulle emissioni di carbonio. Stiamo poi negoziando il prossimo Quadro Finanziario Pluriennale (2021-2027) da cui discenderanno tutte le misure a favore di imprese, territori, famiglie, cittadini. Sul versante delle politiche sociali, mi sto occupando dei diversi Fondi strutturali europei che vengono trasferiti alle nostre regioni per finanziare formazione, sviluppo, imprenditorialità. Ancora, sto lavorando alla Garanzia Bambini, investimenti per tutti i minori sul piano della salute, istruzione, lotta alla povertà, che spero che diventi permanente. Ancora, ci stiamo infine preparando per una proposta legislativa o una Raccomandazione sulle condizioni minime di salario. Sono molto contenta dell’esperienza che sto facendo e ce la metterà tutta per rispondere al meglio alla fiducia di chi mi ha eletto.

 


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