Pedofilia, Papa: "Chiesa incapace di mettere vittime al centro, vergogna"
Il discorso a braccio durante il saluto ai fedeli di lingua francofona all'udienza generale
ITALIA - Il Papa, nel corso dei saluti ai fedeli di lingua francofona all’udienza generale, esprime dolore e vergogna per il rapporto choc sulla pedofilia nella Chiesa francese. Bergoglio, a braccio, dà voce alla sua "vergogna per l’incapacità della Chiesa di mettere al centro vittime". Salutando i fedeli di lingua francofona, il Papa ha affermato che è doveroso "garantire che la chiesa sia una casa sicura per tutti". "Sorelle e fratelli, ieri - ha ricordato il Papa - la Conferenza episcopale, la conferenza dei religiosi e delle religiose francesi hanno ricevuto il rapporto della commissione indipendente sugli abusi sessuale nella chiesa incaricata di valutare l'ampiezza del fenomeno delle aggressione e delle violenze sessuale compiute su minori da 1950 e poi".
"Ne risultano purtroppo numeri considerevoli. Desidero esprimere alle vittime la mia tristezza e dolore per i traumi che hanno subito. E anche la mia vergogna, - ha detto Bergoglio - la nostra vergogna, la mia vergogna per la troppo lunga incapacità della chiesa di metterle al centro delle sue preoccupazioni assicurando loro la mia preghiera". "Prego e preghiamo insieme tutti: a te signore la gloria, a noi la vergogna. Questo è il momento della vergogna. Incoraggio i vescovi e voi cari fratelli che siete venuti qui a condividere questo momento. Incoraggio vescovi e superiori e religiosi a continuare a compiere tutti gli sforzi affinché drammi simili non si ripetano. Esprimo ai sacerdoti di Francia vicinanza e paterno sostegno davanti a questa prova che è dura ma e salutare e invito ai cattolici francesi ad assumere le loro responsabilità per garantire che la chiesa sia una casa sicura per tutti", le parole del Pontefice.
“Non si può mai forzare nel nome di Gesù, non si può rendere nessuno schiavo in nome di Gesù che ci rende liberi”, ammonisce il Papa. “Il cristiano - osserva Bergoglio a braccio - deve essere libero, no alla schiavitù da strani precetti”. “La libertà - osserva il Pontefice durante la catechesi - è un tesoro che si apprezza realmente solo quando la si perde. Per molti di noi, abituati a vivere nella libertà, spesso appare più come un diritto acquisito che come un dono e un’eredità da custodire. Quanti fraintendimenti intorno al tema della libertà, e quante visioni differenti si sono scontrate nel corso dei secoli!". Un altro pilastro della libertà, osserva ancora il Papa, è la verità: "Quanta gente troviamo che vive la verità di Cristo senza essere teologi, sono la testimonianza grande della libertà del Vangelo. La libertà rende liberi nella misura in cui trasforma la vita di una persona e la orienta verso il bene. E lì, nel cuore, aprirci alla grazia di Cristo. La verità ci deve inquietare, l'inquietudine è il segnale che lo Spirito Santo sta lavorando, ci deve porre continuamente delle domande, affinché possiamo andare sempre più al fondo di ciò che realmente siamo. Scopriamo in questo modo che quello della verità e della libertà è un cammino faticoso che dura tutta la vita. La libertà ci fa liberi, ci fa gioiosi, ci fa felici”.