Vittorio Veneto, visite guidate ai luoghi della memoria ebraica
L'amministrazione Comunale e l’ISREV hanno scelto una via nuova per ricordare il giorno della memoria
VITTORIO VENETO - “Quest’anno data anche la perdurante situazione di pandemia che continua a creare disagi alle comunità e impedisce i tradizionali canali di comunicazione, l’amministrazione Comunale e l’ISREV hanno scelto una via nuova per ricordare il giorno della memoria, e cioè quella di proporre una visita guidata ai luoghi della presenza ebraica in città”.
Lo annuncia l’assessore all’Istruzione Antonella Caldart. E così, dopo quelle effettuate lo scorso giovedì 20 Gennaio, anche il prossimo martedì 25 Gennaio, sempre con partenza alle ore 9 da piazza San Francesco, si terranno una serie di visite guidata nell’ex area del Ghetto di Ceneda, già luogo della presenza ebraica a partire dalla seconda metà del 1500. Gli incontri, che sono esclusivamente rivolti agli alunni delle classi delle medie che ne hanno fatto richiesta, coinvolgerà classi cittadine con i loro insegnanti. L’iniziativa si avvale dei contributi del professor Pier Paolo Brescacin, autore di numerosi studi su quegli anni nonché da molti lustri direttore scientifico dell’Istituto della Resistenza, e dell’architetto Maria Cristina Scalet.
Questa edizione, spiega il Brescacin, “prevede nella prima parte un breve excursus sulla presenza ebraica in città e sui luoghi e sugli edifici che la testimoniano: le due sinagoghe, i magazzini, i vari edifici abitativi tra cui la casa di un personaggio del calibro di Emanuele Conian o Conegliano, poi diventato Lorenzo Da Ponte nonché celebre librettista di Mozart. Nella seconda parte la visita sarà centrata sulla storia degli uomini e delle donne che abitavano “il Ghetto” negli anni 1943-1945, quando appunto Vittorio Veneto, come tutto il Nord Italia, venne occupato dai tedeschi e vide la presenza del rinato governo neofascista della Repubblica Sociale Italiana, che ancora in data 14 Novembre 1943 approvò a Verona un manifesto politico in cui ripristinava la legislazione razziale del 1938 e in cui venivano previsti l’arresto, la requisizione di ogni bene e l’internamento di tutta la popolazione ebraica italiana, inclusa quella del vittoriese”. OT