La Cisl a congresso a Treviso lancia la sfida dell’umanità e della sostenibilità
265 delegati in rappresentanza dei 92.465 iscritti oggi e domani riuniti a Santa Lucia di Piave. Il segretario Paglini: "Poniamo al centro l’uomo, il lavoro e un nuovo modello di sviluppo sostenibile"
TREVISO - Si apre stamattina, per concludersi domani, il terzo Congresso della Cisl Belluno Treviso. E' stato intitolato: “Umanamente sostenibile: cambiare, tutelare, crescere”. Abbiamo intervistato il segretario uscente Massimiliano Paglini che sarà riconfermato alla guida del sindacato. Conclusi i percorsi congressuali delle federazioni di categoria, i 265 delegati eletti si danno appuntamento nella sede fieristica di Santa Lucia di Piave per il più importante momento di partecipazione attiva e democratica della Cisl interprovinciale.
Segretario, che Congresso celebra la Cisl di Belluno e Treviso?
Celebriamo un Congresso che è stato rimandato di un anno a causa della pandemia e siamo orgogliosi ed emozionati di poterlo fare in presenza. Abbiamo comunque deciso di trasmetterlo anche in streaming sul nostro sito www.cislbellunotreviso.it. È un Congresso che pone al centro l’uomo, il lavoro e un nuovo modello di sviluppo, che non può che essere sostenibile. L’attuale modello di crescita e la logica del profitto fine a sé stessa sono infatti in un vicolo cieco, perché hanno frantumato la coesione sociale, inaridito il senso di essere comunità e le relazioni tra persone, amplificato disuguaglianze, violato la dignità dei lavoratori. Noi lanciamo la sfida dell’umanità e della sostenibilità in tutti gli ambiti: sociale, lavorativo, demografico, ambientale”.
Come si traducono queste sfide nel concreto?
Nel nostro impegno per tutelare la sicurezza sul lavoro e la regolarità dei contratti, per combattere il precariato e promuovere il lavoro di qualità, per difendere il diritto allo studio, per trasformare il sistema industriale, per potenziare la sanità pubblica e distribuire equamente la ricchezza. Tutti elementi imprescindibili per una società sostenibile, inclusiva e accogliente, che sostiene la genitorialità, difende le donne e pensa ai giovani. Cambiare, tutelare e crescere significa realizzare un mondo più umanamente sostenibile, perché solo nella sostenibilità declinata in tutti gli ambiti della vita umana, a partire dal lavoro, vi è la speranza e la possibilità di un futuro equo e dignitoso.
Ai giovani dedicherete ampio spazio con la presentazione di una ricerca sulla loro condizione economica, lavorativa, sociale. Cosa ne emerge?
Un quadro preoccupante, fatto di lavoro precario, discontinuo e sottopagato, di difficoltà di accesso al credito, di rassegnazione. Ma anche di voglia di riscatto, di lavoro dignitoso e soddisfacente. In questo contesto dev’essere prioritario l’impegno per garantire ai giovani una reale inclusione nella vita sociale e comunitaria per quanto riguarda l’accesso al lavoro, alla prima abitazione e all’indipendenza economica.
Getterete uno sguardo diverso anche sul tema dell’immigrazione, con una tavola rotonda dal titolo “Dalla retorica dell’emergenza alla sfida della piena cittadinanza”...
Sì, bisogna avere il coraggio di guardare con onestà il fenomeno - irreversibile - delle migrazioni e imparare a governarlo ponendo fine alle strumentalizzazioni. La questione umanitaria rimane prioritaria, ma bisogna riaprire dei ragionamenti sui flussi e sui migranti economici, tanto più in una provincia in cui non passa giorno in cui non si sentano imprenditori dire che cercano manodopera ma non la trovano. In un contesto di generale invecchiamento della popolazione riaprire dei ragionamenti sulla forza-lavoro proveniente dai Paesi stranieri è d’obbligo.
Come ha vissuto la stagione pandemica la Cisl della Marca?
La Cisl Belluno Treviso si presenta al suo terzo Congresso con 92.465 iscritti e con numeri in crescita in tutte le attività delle categorie, dei servizi, delle associazioni e degli enti. L’emergenza Covid ha accelerato processi di cambiamento che erano già in corso, in particolare relativamente all’accessibilità ai servizi con modalità online. Le sedi sono sempre rimaste aperte, abbiamo continuato ad erogare i nostri servizi su appuntamento e con nuove modalità, con le 25 sedi che sono diventate operative anche da remoto, garantendo assistenza a distanza e online. Nel 2021 abbiamo anche attivato il numero unico taglia-attese per prenotare gli appuntamenti al Caf e al patronato Inas (0422 1660661), che ha gestito circa 130 mila chiamate e fissato 100 mila appuntamenti.
Quali le sfide del post pandemia nella nostra provincia?
La pandemia ha cambiato parametri e velocizzato mutazioni destinate a diventare strutturali nel mondo del lavoro. Basti pensare allo smart working, alla flessibilità negli orari, alla spinta sulla conciliazione fra orari di vita e di lavoro. Al sindacato il compito di governare questi cambiamenti attraverso lo strumento della contrattazione, che deve rimettere al centro della discussione come anche la questione salariale. La ripresa ha poi portato con sé la tragica impennata del numero degli infortuni sul lavoro, e l’impegno per la sicurezza dev’essere al primo posto. Giovani e donne sono le categorie che maggiormente hanno sofferto in questi due anni: anche in questo caso, l’impegno dev’essere totale. Infine la sanità pubblica, che va difesa e rafforzata.
Cambierà il modo di fare sindacato? O forse è già diverso da prima?
Se per fare sindacato si intende la tutela dei più deboli (il lavoratore è sempre la parte debole nel rapporto di lavoro) a partire da chi il lavoro non ce l’ha, da chi cerca una speranza di vita migliore, da chi anela dignità sociale ed economica, rispondo che c’è solo un modo di fare sindacato: impegnarsi per difendere la parte più debole della società a partire da chi un lavoro non ce l’ha. Certamente però il sindacato deve cambiare perché cambia il lavoro e cambiano i luoghi di lavoro, vengono disarticolate le vecchie logiche organizzative fordiste verso un lavoro senza luogo fisico, e senza la motivazione necessaria. Qui sta la vera sfida per noi, raggiungere le periferie fisiche e spirituali del lavoro. Il sindacato per mille motivi non arriva dappertutto perché non è conosciuto o perché viene ostacolato. Sta a noi accompagnare le trasformazioni del lavoro evitando che a pagare siano sempre i più deboli attuando il più alto dei valori umani: la solidarietà.