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20 dicembre 2024

Cronaca

Superstrada Pedemontana Veneta: “Ricostruzione di Zaia piena di omissioni, a partire dal buco da 55 milioni”

Il giudizio è del consigliere regionale dem, Andrea Zanoni

| Ingrid Feltrin Jefwa |

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| Ingrid Feltrin Jefwa |

Pedemontana

VENETO - “Nel suo torrenziale intervento in aula, il presidente Zaia ha fornito una ricostruzione dei fatti sulla Superstrada Pedemontana Veneta a dir poco fantasiosa. Dice che con la sua convenzione del 2017 avrebbe ridotto da 21 a 12 miliardi l’ammontare dell’opera facendone un affarone. Ma omette il fatto che con i soldi dei veneti, ben 300 milioni, ha salvato la ditta esecutrice della SPV dal sicuro fallimento consentendogli di trovare sul mercato la fiducia necessaria per reperire i necessari finanziamenti per pagare l’opera”: Il giudizio è del consigliere regionale del PD Veneto, Andrea Zanoni.

“Ma anche su tutta una serie di altri nodi il presidente ha compiuto delle gravi omissioni. Ad esempio ha taciuto sul fatto che, con i gravissimi ritardi accumulati, la Regione nel 2017 poteva recedere dal contratto a norma di legge, magari passando i lavori all’ANAS, la stessa alla quale oggi la Giunta Zaia vuole cedere 700 chilometri di strade venete. Non solo: Zaia ha dichiarato che non si trovava un ente terzo per far fare una stima di traffico verosimile e che trovava studi di previsioni di traffico solo di privati. Invece questo ente qualificato e non privato, ovvero Cassa Depositi e Prestiti, c’era ed aveva stimato 15.000 veicoli al giorno, dettaglio non irrilevante che gli ho ricordato in aula”.

“E ancora Zaia ci ha raccontato che invece dei 45.000 veicoli al giorno inizialmente stimati, la Regione decise di prendere come attendibili i 27.000 veicoli. Una attendibilità - conclude Zanoni - però smentita dal buco di 55 milioni in tre anni che oggi ci chiede di ripianare coi soldi dei veneti attraverso questo bilancio. Va ricordato che le stime dei flussi di traffico sono determinanti perché nel 2017 la terza convenzione, firmata da Zaia, stabilì che il privato avrebbe riscosso dalla Regione un canone annuo fisso garantito, (stabilito in annualità iniziali da 150 milioni di euro che ogni anno crescono sino a ben 450 milioni annui, nella fase finale dei 39 anni di convenzione) mentre la Regione stessa avrebbe incamerato i pedaggi che dipendono esattamente dai veicoli che la percorrono”.
 

 



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