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18 ottobre 2024

Lavoro

Tabacco scaldato, l’alternativa alle sigarette tradizionali: cosa c’è da sapere

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Tabacco scaldato, l’alternativa alle sigarette tradizionali: cosa c’è da sapere

Nonostante la loro comparsa sul mercato sia piuttosto recente, i dispositivi a tabacco scaldato si sono rapidamente imposti quali una delle principali alternative alle sigarette tradizionali. A livello commerciale vengono identificati solitamente mediante l’acronimo THP (“Tobacco Heating Product”, ossia “prodotto che scalda tabacco”) oppure con la sigla HTP (“Heated Tobacco Product”, “prodotto a tabacco scaldato”). Ciò nonostante, sono molto comuni altre denominazioni, meno precise e spesso errate, che alimentano la confusione tra questa tipologia di device e le sigarette elettroniche (e-cig). Il motivo? Probabilmente molti utilizzatori non conoscono, in dettaglio, quali sono le differenze (sostanziali) che contraddistinguono i due prodotti: in questo articolo cerchiamo di fare chiarezza, soprattutto per quanto riguarda i THP e il loro utilizzo.

Cos’è un THP: una definizione

In un report pubblicato nel 2020, CORESTA (il Centro di Cooperazione per la Ricerca Scientifica sul Tabacco) ha fornito la seguente definizione di THP: “Prodotto contenente un substrato di tabacco destinato ad essere scaldato e non bruciato da una fonte separata (ad esempio elettrica, aerosol, carbone, etc.) per produrre un aerosol contenente nicotina”. Il processo di riscaldamento viene implementato tramite un sistema alimentato elettricamente da una batteria agli ioni di litio; dal punto di vista tecnologico, i dispositivi presenti in commercio si differenziano per l’utilizzo di soluzioni leggermente diverse, come vedremo più avanti in dettaglio.

Come funziona un riscaldatore di tabacco

I THP presentano una camera di riscaldamento interna, in cui va inserita la miscela di tabacco da scaldare. Si tratta di uno stick, confezionato in un formato ben preciso, dal gusto di solo tabacco oppure aromatizzato, mediante l’aggiunta di fragranze fruttate o mentolate.

Il dispositivo, una volta attivato, riscalda la miscela fino a raggiungere una temperatura che oscilla tra i 250° e i 270°; per quanto possa sembrare elevata, resta lontana dalla soglia di combustione del tabacco (500° circa). In aggiunta, tutti i THP sono dotati di sensori di controllo, così da prevenire la possibile combustione della miscela e garantire un riscaldamento progressivo e uniforme.

Dal punto di vista tecnico, i sistemi di riscaldamento più comuni sono due; uno è di tipo resistivo, e caratterizza i THP dotati di resistenza elettrica. Quest’ultima non è altro che un elemento fatto di un materiale conduttore, in grado di riscaldarsi quando viene attraversato dalla corrente elettrica. Molto comune è anche il riscaldamento a induzione; il principio di base è leggermente diverso: grazie ad una bobina metallica avvolta attorno alla camera interna al dispositivo, il passaggio della corrente elettrica genera un campo magnetico. Questi, a sua volta, produce un aumento di temperatura; di conseguenza, la miscela di tabacco viene scaldata senza venire a contatto con la fonte esterna. Questo tipo di soluzione (Induction Heating Technology) è presente, ad esempio, nei THP a marchio glo™ prodotti da BAT Italia.

THP e sigaretta elettronica (e-cig): quali sono le differenze


Come già accennato, spesso i dispositivi a tabacco riscaldato vengono ‘confusi’ con le sigarette elettroniche. In realtà, i due prodotti sono contraddistinti da notevoli differenze; la più evidente riguarda la sostanza utilizzata per ‘simulare’ l’esperienza del fumo tradizionale.

Mentre nei THP è presente sotto forma di miscela, nelle e-cig non v’è traccia di tabacco. Le sigarette elettroniche sono dispositivi di vaporizzazione; utilizzano un atomizzatore interno (cleromizzatore) per trasformare una soluzione liquida a base di acqua e glicerolo (o glicole propilenico) in un aerosol bianco opaco, contenente nicotina in quantità variabili a seconda della formulazione prescelta. La soluzione è contenuta in cartucce ‘usa e getta’, da rimpiazzare quando il liquido è consumato per intero, nei dispositivi ‘a sistema chiuso’ mentre può essere rabboccata di volta in volta nelle e-cig ‘a sistema aperto’.

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