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18 dicembre 2024

Castelfranco

Palazzo Soranzo Novello torna a nuova vita e apre le sue porte alla città di Castelfranco

Dal 16 giugno e fino al 1° ottobre 2023, il palazzo ospiterà “Temporanea. Esibire, Documentare, Recuperare”, un’esperienza espositiva che inaugura una nuova stagione per lo storico edificio

| Ingrid Feltrin Jefwa |

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Palazzo Soranzo Novello

CASTELFRANCO VENETO - È arrivato un momento che molti castellani aspettavano da tempo: Palazzo Soranzo Novello, storico palazzo di Castelfranco Veneto, si appresta ad aprire le porte ad una nuova fase della sua lunga esistenza, per diventare in futuro un luogo di cultura votato alla conservazione e valorizzazione della memoria della città e del suo territorio. A partire dal 16 giugno e fino al 1° ottobre 2023, il palazzo ospiterà “Temporanea. Esibire, Documentare, Recuperare”, un’esperienza espositiva che ha l’obiettivo di restituire alla comunità Palazzo Soranzo Novello: primo passo verso la trasformazione di questo spazio in museo, luogo di cultura, di arte e di storia. Temporanea, mescolando i silenzi e l’immobilità dello spazio vuoto e del tempo sospeso alla densità, alla varietà, al colore e all’espressività di una vasta schiera di oggetti “liberati” dai depositi museali della città, si compone di tre operazioni, ognuna con un proprio linguaggio. «L’acquisizione di Palazzo Soranzo Novello e la sua restituzione alla Città – spiega il sindaco, Stefano Marcon –, riveste una notevole importanza perché questi spazi sono nel cuore di molti castellani. Abbiamo esercitato un diritto di prelazione con il consenso unanime dei presenti in Consiglio comunale, investendo 3,6 milioni di euro. Un’opportunità che questa Amministrazione ha saputo cogliere a favore dei cittadini di Castelfranco Veneto. Ora abbiamo nuovi spazi da mettere a disposizione della cultura. Un primo passo che assieme alla sede del Conservatorio, al futuro auditorium del Duomo Tina Anselmi, al Museo, Biblioteca e al Teatro fanno di Castelfranco una città rinnovata ed aperta alla cultura».

“Esibire” seleziona numerosi oggetti dalle Collezioni Civiche di Castelfranco, esponendoli in modo inedito e immersivo, ricostruendo, come agli albori degli istituti museali, una sorta di grande Wunderkammer: collezioni naturalistiche e ceramiche, iscrizioni e dipinti, disegni e monete, strumenti musicali e bronzi, burattini e antiche anfore...la storia dell’istituzione museale a Castelfranco Veneto, è infatti, come noto, quanto mai lunga e incidentata. Dopo gli avvii nel tardo Ottocento, il Museo Civico di Castelfranco è stato un insieme di oggetti più che un luogo votato a custodirli, a raccontarli e a metterli a disposizione continuativa del pubblico. «Siamo riusciti a realizzare un progetto lungimirante e di grande respiro grazie ad un intenso lavoro di squadra che permetterà di dare un cambio di passo alla Città - spiega l’assessore alla Cultura, Roberta Garbuio –. In tanti hanno creduto in questa operazione, mettendoci passione ed entusiasmo. Lo tocchiamo con mano nel quotidiano in quanti si stanno impegnando nel dare all’iniziativa il lustro che merita. Un ringraziamento lo rivolgo a Banca delle Terre Venete, all’associazione Dentro il Centro, al Conservatorio Steffani e agli Istituti Giorgione e Martini, molte Istituzioni che con apporti diversi collaborano per la migliore riuscita dell’operazione.»

Il patrimonio museale castellano è di per sé stesso eterogeneo e vario, come tipico delle collezioni dei Musei civici di ogni città. Ricordiamo perlomeno le collezioni naturalistiche (rocce, minerali, fossili, conchiglie), le collezioni ceramiche del fondo Varo e delle antiche ceramiche di provenienza archeologica locale, la bella collezione lapidaria (proveniente dal chiostro dei Serviti e dalla chiesa di San Giacomo ma non solo) e la collezione di armi da fuoco e armi bianche, la pinacoteca, con dipinti dal XVI al XX secolo e le collezioni di stampe antiche e disegni; e ancora: la collezione di sigilli, la collezione numismatica, la collezione archeologica, gli strumenti musicali del fondo Alberto Cosulich, il noto fondo di burattini di Bepe Pastrello e, naturalmente, la collezione di beni della cultura materiale rinascimentale. Per presentare al pubblico l’insieme di questa varietà di oggetti non si è scelto il meccanismo della classica esposizione ordinata ma una soluzione artistico-installativa che trattando il materiale in maniera originale ma comunque pertinente, mediante una scelta di pezzi significativi, restituisse in un colpo d’occhio il senso del collezionare.

«Intento fondamentale dell’iniziativa - dichiara Matteo Melchiorre, direttore di Biblioteca, Museo e Archivio Storico di Castelfranco Veneto e curatore di Temporanea -, in vista del lungo processo di concezione, progettazione e realizzazione del futuro Museo Civico a Palazzo Soranzo è quello di sensibilizzare la cittadinanza e il territorio della Castellana innanzitutto sulla necessità di uno screening dell’intero patrimonio museale, che, muovendo dalle pregresse catalogazioni e inventariazioni, porti avanti e rinnovi lo studio dei materiali, individuando le eventuali necessità di restauro, approfondimento scientifico, aggiornamento degli standard descrittivi e conservativi. Al tempo stesso, nella consapevolezza del carattere eterogeneo del patrimonio museale e della necessità di un discorso sul medesimo che, in questa fase di avvio, risulti il più evocativo e “scenografico” possibile, nel rispetto dei criteri conservativi e di sicurezza, l’iniziativa Temporanea si presenta anche come l’occasione di un dialogo con un’interpretazione artistica del luogo e dello spazio in cui le opere sono state allestite».

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