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18 gennaio 2025

Treviso

CASO MOREIRA: INCINTA PRIMA DELLA TRAGEDIA?

Nuova udienza del processo a carico di Simone Moreira, ancora assente

| Milvana Citter |

| Milvana Citter |

CASO MOREIRA: INCINTA PRIMA DELLA TRAGEDIA?

TREVISO – Simone Moreira non racconterà in aula la sua verità sulla morte della figlia Giuliana Favaro. La 23enne brasiliana non è in aula, e proprio per oggi era previsto da parte del pubblico ministero l’esame dell’unica indagata per l’omicidio della bimba.

La donna è rimasta a casa perché, hanno riferito gli avvocati, viste la sua gravidanza e uno stato depressivo in cui sarebbe caduta nelle scorse settimane a causa di una rottura – poi rientrata – con il nuovo compagno, lo psichiatra che l’ha in cura le ha sconsigliato di affrontare ore e ore di interrogatorio. La sua assenza ha quindi portato il pm a richiedere l’acquisizione dei verbale di spontanea dichiarazione e di interrogatorio a cui la 23enne è stata sottoposta nei giorni successivi alla tragedia. La richiesta, accolta dal presidente della Corte Giacchino Termini di fatto esclude la possibilità che la brasiliana sia sentita in aula. La corte e i giudici popolari non potranno quindi sentire la giovane madre raccontare cos’è successo la notte del 2 settembre 2009 quando la piccola morì nelle acque del Monticano.

Ma oggi in aula si è parlato molto di Simone e in particolare di quale fosse il suo stato psicologico e fisico nei giorni precedenti la morte della figlia. Simone era incinta nei giorni della tragedia? Si è procurata un aborto facendosi applicare una spirale? Abusava di alcol e sostanze stupefacenti? Aveva tentato di suicidarsi assumendo benzodiazepine e alcol? A tutti questi interrogativi hanno cercato di dare risposta i medici che hanno visitato la 23enne brasiliana durante la sua detenzione al Baldenich di Belluno.

A dire di essere incinta, poche settimane prima della tragedia, era stata la stessa Simone che l’aveva comunicato in una chat con il cugino del suo ex compagno e padre di sua figlia. Quando però, il 6 settembre Simone fu arrestata e trasferita in carcere a Belluno, di quella gravidanza non c’era nessuna traccia. Lo ha sostenuto Pietro Povia, il ginecologo dell’ospedale di Belluno che l’ha visitata. Ma durante il dibattimento è emersa anche l’ipotesi che Simone abbia deciso di farsi applicare la spirale per provocare l’aborto.

In aula oggi anche il consulente di parte civile, l’anatomopatologo Nicolai che ha effettuato l’esame autoptico sul corpo della piccola: “Giuliana – ha dichiarato il consulente -, è morta tra le 22 e le 23 del 2 settembre, per asfissia meccanica da annegamento e nei suoi polmoni c’era acqua. Nessuna lesione è stata invece riscontrata sul suo corpicino, né sotto i piedi scalzi”. Una tesi, che combacia perfettamente con il quadro accusatoria, che l’avvocato della difesa Antonio Forza ha cercato di smontare, sostenendo l’ipotesi che la piccola sia morta per ipotermia.




 


| modificato il:

Milvana Citter

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