Il mistero del bolide luminoso sopra il monte Altare
Ennesimo avvistamento astrale e/o astrologico sopra un sito straordinario (snobbato dal comune)
VITTORIO VENETO - Be’, questa del bolide luminoso che pare sia caduto l’altra sera nell’alto cenedese me la sono persa, dal vivo, ma non sono per nulla sorpreso. Non solo perché mi son capitati diversi avvistamenti simili nel passato ma perché ho sempre sostenuto, frequentandolo sin da bambino, che il Monte Altare, alias Sacro Antares, accolga nel suo seno un cuore potentemente misterico. Prima di me lo hanno certo percepito i paleocenedesi che ancora sei secoli ante Cristo e per ben altri quattro dopo il suo Avvento, animarono un santuario dedicato alla cleromanzia sulla sua cima, sul cocuzzolo a quota 450 denominato Colle Maledicto cui si accede da est attraverso la famosa Scalinata dei Cleromanti.
Dove ancor oggi, secondo la vulgata popolare, emerge uno squadrato masso di conglomerato che sarebbe parte dell’ antico altare e dove antica tradizione vuole che poggiandovi i palmi delle mani il viandante possa trarne energia e buoni auspici. Un santuario dunque durato ben mille anni, mica ‘na baraccata, e frequentato perfino da molto lontano a giudicare dal ritrovamento di monete del Norico. Di questo parla anche Giovanni Carraro nella sua ultima fatica “Alla scoperta delle colline del prosecco” ove, sulla base del reperimento di alcuni bronzetti itifallici, teorizza che nel vicino Prà Liss si svolgessero riti orgiastici. Di questi non so ma chi lassù transiti senza fretta potrà avvertire la suggestione del luogo. Un panorama a 360° - ora seminascosto dalla vegetazione - si apre dalle cime prealpine e alpagote fino al baluginio della laguna; sopra la sola immensità del cosmo; la ricchezza delle sorgenti; la potenza feconda della natura che ingioiella i pendii di una flora sorprendente come l’inebriante corolla del dittamo, pianta officinale che tra l’altro nell’antichità veniva usata “come incenso divinatorio e per vedere gli spiriti”.
Ora, non vogliamo certo auspicare un ritorno al paganesimo né, essendo un fedele monogamo, ai riti orgiastici ma merita insistere come ho tentato anche con questo sindaco affinché il sito venga valorizzato ripulendolo dalle piante infestanti, sistemando i sentieri di accesso, curando la divulgazione della sua storia. Ma a Vittorio la politica sonnecchia, a tratti pare in trance…che sia per gli effluvi del dittamo che dalla collina declinano fino al municipio?
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