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09 novembre 2024

Oderzo Motta

Oderzo, Anna unica trevigiana a vincere la borsa di studio della Fondazione Educazione Finanziaria

Dal 13 al 15 dicembre la studentessa del “Sansovino” ha partecipato ad un campus tra Varese e Torino sul tema del rischio d’impresa

| Gianandrea Rorato |

| Gianandrea Rorato |

Oderzo, Anna unica trevigiana a vincere la borsa di studio della Fondazione Educazione Finanziaria

ODERZO - È l’unica studentessa della provincia di Treviso ad aver vinto una borsa di studio nel concorso indetto, a livello nazionale, dalla Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio di Roma, dell’Unione Industriali di Torino e dell’Università Carlo Cattaneo-Liuc.

Il premio? Una borsa di studio, e la partecipazione a tre giorni di campus tra Varese e Torino in cui gli studenti vincitori hanno potuto partecipare a corsi di formazione, lezioni frontali e dibattiti con esperti di finanza e marketing per approfondire le conoscenze in materia. Lei è Anna Manfrin, studentessa di Motta di Livenza, che frequenta il 5° anno di Amministrazione Finanza e Marketing all’Istituto “Sansovino” di Oderzo. È una ragazza solare, quasi timida, ma un bellissimo esempio di quella scuola che oggi viene troppo spesso sottovalutata a fronte degli episodi negativi che caratterizzano alcuni suoi coetanei e che finiscono per fare più notizia.

Che esperienza è stata?
«È stata un’esperiana bellissima perché in pochi giorni abbiamo affrontato le tematiche di cui spesso parliamo a scuola, ma analizzate da un punto di vista diverso, con il confronto con imprenditori noti a livello nazionale e provenienti da diverse parti d’Italia. Ci hanno insegnato come guardare le cose da più punti di vista per arrivare alla soluzione dei problemi riguardanti la gestione del rischio d’impresa. Ho conosciuto studenti della mia età, ma che hanno passioni diverse dalle mie, caratteri diversi dal mio, questo mi ha permesso di ampliare le mie conoscenze».

Come si sono svolti gli incontri?
«Abbiamo avuto non solo lezioni frontali, ma anche lezioni interattive, ci sono stati dibattiti con personalità del mondo dell’industria, docenti universitari e anche con giovani con cui abbiamo messo a confronto le nostre conoscenze ed esperienze. E pensare che non volevo nemmeno andare, perché ero un po’ spaventata dall’affrontare questa, se pur piccola, avventura, ma adesso devo ammettere che sono stata felice di averla fatta».

Cosa porti a casa da questa esperienza?
«È stata arricchente sia a livello di formazione, che personale. A livello formativo mi ha permesso di approfondire e avere una maggiore conoscenza delle materie che studiamo a scuola e del lavoro che potrei andare a fare in futuro; a livello personale è stato molto bello confrontarmi con miei coetanei che magari hanno una formazione diversa dalla mia e questo comporta l’imparare da loro tante cose che non so e che senza dubbio servono a farmi avere una maggiore consapevolezza di me stessa, dei miei limiti, ma anche di ciò che posso fare».

Che progetti hai per il tuo futuro?
«Ancora non ho le idee ben chiare. Senza dubbio voglio proseguire gli studi. Non so bene cosa mi riserverà il futuro. Da una parte mi piacerebbe, ed è un sogno che ho da molti anni, entrare nella Guardia di Finanza, dall’altra vorrei lavorare per diventare direttore marketing di un’azienda magari a livello nazionale».

Sceglieresti ancora questo percorso di studi?
«In realtà io avrei voluto scegliere un altro percorso, un liceo linguistico e un artistico, ma mia mamma mi aveva spinto verso questa direzione e mio malgrado (dice sorridendo) devo ammettere che aveva ragione lei… (altro sorriso)».

Cosa diresti ad un ragazzo o una ragazza che sono indecisi se scegliere il tuo stesso percorso di studi?
«Direi loro che la formazione che ti offre il “Sansovino” è davvero trasversale. A volte penso che i professori ci chiedano anche troppo, ma poi mi rendo conto che ci offrono sono la possibilità di poter scegliere ciò che vogliano fare del nostro futuro. Ai ragazzi consiglierei di non spaventarsi, non fermarsi alla ricerca dei voti, non intimorirsi per un voto negativo, ma prenderlo come una sfida per migliorarsi e per poter trovare la propria strada».


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Gianandrea Rorato

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