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17 agosto 2024

Lavoro

Frena l'export di Marca: 16,2 miliardi di euro nel 2023, -1,1% rispetto l'anno precedente

Il presidente Pozza: "Soffrono i mobili e il tessile, bene i macchinari"

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

camera di commercio

TREVISO - Export in frenata. Per la provincia di Treviso il 2023 si chiude con un export di oltre 16,2 miliardi di euro, in diminuzione dell’1,1% rispetto al 2022. Soffrono i mobili, bene i macchinari.

“La dinamica dell’export nei nostri territori, per l’anno 2023, è condizionata da due fattori – commenta Mario Pozza, Presidente della Camera di Commercio di Treviso e Belluno|Dolomiti –: il rallentamento della domanda internazionale, più volte evidenziato nelle nostre survey sul manifatturiero, ed un processo di rientro dei prezzi delle materie prime, che si riflette sui prezzi all’export. Le esportazioni venete chiudono l’anno all’insegna della stazionarietà (-0,3%) che va letta dentro questa cornice e che può essere interpretata, per il momento, come una sostanziale tenuta. L’export della provincia di Treviso – continua Pozza - si posiziona quasi in linea con l’andamento regionale (-1,1%), ma dai dati vediamo settori con tendenze contrapposte: per citare quelli più emblematici, bene i macchinari industriali, la nostra prima voce export che cresce del +9,1% rispetto al 2022, con +238 milioni di euro di maggiori vendite); male invece i mobili (-8,4%), seconda voce export della Marca, che lasciano sul terreno minori vendite per -170 milioni, soprattutto a causa di importanti flessioni in Germania, Stati Uniti e Regno Unito”.

“Resta tutto da approfondire - sottolinea il Presidente - l’andamento dell’export verso gli Stati Uniti, soprattutto per i beni di consumo: il calo delle vendite trevigiane verso gli USA è stato del -5,7% con flessioni più accentuate per l’export di bevande, cioè Prosecco (-9,4%) per minori vendite pari a -27 milioni di euro, e per l’export di mobili (-19%) per minori vendite pari a -39 milioni di euro. E’ interessante – aggiunge Pozza - anche una comparazione di questi risultati con il dato nazionale: in alcuni settori dei beni di consumo l’export italiano verso gli USA tiene, a differenza di quello dei nostri territori. Tre esempi: l’orafo (male Vicenza, bene Toscana (Arezzo) e Piemonte (Valenza Po); le bevande (bene Franciacorta, Emilia-Romagna, Trentino Alto-Adige), la concia (la Toscana cresce in USA del +31,2%, il Veneto flette del -14,3%). Sono dati sui quali dovremo condurre una approfondita riflessione - conclude il Presidente. Perché un conto è se va male per tutti, ma in questo caso sembra evidente che alcuni nostri territori “competitor” sappiano fare meglio di noi, o quanto meno sappiamo sfruttare meglio questa confusa fase di rallentamento della domanda, conquistandosi segmenti di mercato in tenuta. Per fortuna nell’export di beni strumentali, intermedi, o tecnici verso gli USA le cose vanno bene: con riferimento ai dati trevigiani, tengono le vendite di macchinari (+6,0%), di prodotti della carpenteria metallica (+9,3%), di calzature sportive (+4,9%)”.

Il quadro regionale

L’Istat ha pubblicato i dati relativi all’interscambio commerciale delle regioni e delle province italiane per l’intero anno 2023. L’export Veneto si conferma attorno agli 82 miliardi di euro, ma con una variazione annua di poco negativa (-0,3%) che si traduce in minori vendite per 286 milioni di euro rispetto ai risultati del 2022. Stazionario l’export nazionale, sostenuto dalle maggiori vendite di prodotti farmaceutici e di autoveicoli, in particolare da alcune regioni del Sud.

Sono dati che fanno dimenticare di colpo la crescita a due cifre degli anni passati, in particolare della ripartenza post-Covid. Due i fattori che concorrono a spiegare questo risultato: il rallentamento della domanda internazionale, più volte evidenziato tramite le survey congiunturali sul manifatturiero; e lo sgonfiamento dei prezzi alla produzione, figlio di quel processo di normalizzazione delle quotazioni delle materie prime più volte richiamato dai vari analisti. L’andamento disgiunto per valori e quantità mette bene in evidenza questo effetto combinato prezzo/domanda sulle dinamiche dell’export: in particolare, nel secondo semestre del 2023 la contrazione in valori (-3,4% su base tendenziale) risulta più accentuata dell’analoga variazione in quantità (-0,8%), componente che aveva frenato maggiormente nella prima parte dell’anno.

L’import risulta ancora più sensibile a questa combinazione di fattori: in Veneto, infatti, cala del -11,8%, per minori importazioni pari a -8,5 miliardi di euro, a fronte di un calo in quantità del -4,9%. Ma occorre subito dire che il 79% della flessione import in valori è imputabile a prodotti chimici, metallurgia ed energetici, tutte merceologie interessate da forti rincari negli anni passati. Gli energetici, in particolare, inclusi qui in questa prima analisi nell’aggregato “prodotti delle miniere e delle cave”, vedono le importazioni in valore passare dagli 8 miliardi di euro del 2022 agli attuali 4 miliardi (e ancora siamo assai distanti dai valori del 2019: 1,6 miliardi di euro).

Ad una prima disamina dei mercati, vanno peggio le esportazioni venete dirette verso le aree extra-Ue (-1,8% rispetto al 2022), contro il +0,7% delle vendite in ambito Ue27. Si temeva per l’andamento dell’export verso la Germania, che invece resta leggermente in territorio positivo (+0,5%). Vanno ancor meglio le vendite in Francia (+3,7%) e in Spagna (+1,5%). Sorprende invece il dato negativo verso gli Stati Uniti (-6,1%), che si traduce in minori vendite per 490 milioni di euro. Cui si aggiunge un -3,7% dell’export verso il Regno Unito, un -4,0% verso la Svizzera, un -6,6% verso Cina e Hong Kong, un -11,6% verso la Russia. Male l’export veneto anche in Canada (-6,2%) e in Australia (-6,8%).

L’interscambio commerciale della provincia di Treviso

Per la provincia di Treviso l’anno 2023 si chiude con un export di oltre 16,2 miliardi di euro, in lieve diminuzione su base tendenziale (-1,1% rispetto all’anno 2022). Le prime due voci merceologiche, che assieme pesano per il 29% sull’export provinciale, presentano dinamiche contrapposte: vanno bene le vendite all’estero dei macchinari industriali (+9,1%), mentre negativo risulta il bilancio per i mobili (-8,4%). Anche le due voci merceologiche successive presentano questi andamenti contrapposti: elettrodomestici +3,7%, tessile-abbigliamento -2,3%. Nel paragrafo specifico si approfondiranno le dinamiche di dettaglio di queste e altre merceologie incrociandole con i mercati.

Con riferimento a questi ultimi, sempre a primo sguardo, si evidenziano dinamiche anche in questo caso piuttosto differenziate da Paese a Paese, a dispetto dell’apparente omogeneità del dato aggregato, che accomuna per segno ed intensità sia i mercati dell’Unione europea (-1,0%) che quelli extra Ue (-1,2%). All’interno dell’area Ue le esportazioni verso la Germania scendono del -2,8%, contro la crescita di Francia (+2,3%) e Spagna (+2,8%). Nell’ambito extra-Ue, in significativa flessione risultano le esportazioni verso gli USA (-5,7%) e verso Regno Unito (-9,3%), di contro a variazione positive a due cifre verso Turchia (+22,4%) e Messico (+44,6%). Le importazioni provinciali ammontano ad oltre 8,8 miliardi di euro, in calo del -9,4% rispetto al 2022, flessione sulla quale incide l’effetto combinato richiamato sopra: il rallentamento della domanda internazionale (e dunque degli acquisti di input) e il rientro dei prezzi degli input stessi. L’analisi per mercati di approvvigionamento evidenzia un calo più accentuato delle importazioni in valori dall’area extra Ue (-17,0% equivalente a -663 milioni). Metà di questa contrazione è determinata dalla Cina, il cui peso sull’import provinciale è del 15%. Una variazione con segno negativo (-4,4%) si osserva anche per gli acquisti dall’Unione Europea, mercato dal quale provengono quasi i due terzi dell’import provinciale. Il dettaglio dei principali mercati vede in lieve riduzione le importazioni dalla Germania (-0,7%) e in controtendenza positiva gli acquisti dalla Francia (+7,2%) e dalla Romania (+0,4%).

L’interscambio della provincia di Treviso per settori

Come già anticipato, se nel complesso la variazione delle esportazioni trevigiane conosce il segno negativo (-1,1% rispetto al 2022), il bilancio è invece in positivo per le vendite all’estero di macchinari, prima voce dell’export provinciale con oltre 2,8 miliardi di euro realizzati nell’anno 2023. Per questa voce merceologica il confronto con gennaio-dicembre 2022 vede un aumento del valore delle esportazioni del +9,1%. Crescono in egual misura le vendite destinate all’Unione Europea (+8,4% su base annua) e quelle dirette ai mercati extra Ue 27 (+9,9%). All’interno dell’Unione Europea si osserva una tenuta del mercato tedesco (+3,6%) ed una crescita a due cifre per Romania (+40,1%), Polonia (+30,2%) e Spagna (+11,1%). In controtendenza negativa la Francia per la quale si rileva una lieve riduzione delle vendite del -2,9% rispetto al 2022. Per l’area extra Ue si osservano variazioni di rilievo, nell’ultimo anno, delle esportazioni verso Messico (+151,6%, che fa balzare le vendite da 19 a 48 milioni di euro), Canada (+31%), India (+29,8%) e Turchia (+12,4%).

Rispetto all’anno 2022 conoscono un aumento anche le esportazioni trevigiane di:

Elettrodomestici (terza voce dell’export provinciale): la variazione su base annua è del +3,7%, che riflette il risultato in positivo delle vendite intra Unione (+6,3%) ed in particolare di quelle dirette in Germania, Polonia, Spagna e Belgio; in controtendenza il mercato francese che sconta una flessione del -5% rispetto allo scorso anno. La lieve diminuzione dell’export extra Ue27 (-0,5%) nasconde un aumento a due cifre delle vendite destinate in Turchia (+50,2%) ed in Ucraina (+96,8%, per valori che crescono da 11,4 a 22,5 milioni);

Bevande e prodotti alimentari: è del +4,3% la crescita dell’export di bevande (per la maggior parte prosecco) e del +4,6% per i prodotti alimentari. Ma l’analisi per mercati offre traiettorie differenziate. Per le bevande crescono le vendite destinate all’Unione Europea (+16,7%), grazie soprattutto al mercato tedesco (+17,3%) e francese (+28,3%). Dall’altro lato diminuiscono del -4,9% le esportazioni al di fuori dell’Unione: scendono in particolare le vendite verso il mercato nordamericano (per gli Stati Uniti la flessione è del -9,4% e per il Canada è del -7,8%) ed il mercato britannico (-9,2%).

Per i prodotti alimentari si osserva un lieve aumento (+2,3%) delle vendite destinate al mercato dell’Unione, verso il quale mercato è diretto quasi il 70% dell’export del settore, ma un incremento a due cifre si rileva anche per l’area extra Ue: la variazione è del +10,1% nel complesso, crescono in particolare verso la Svizzera (+11,5%), il Regno Unito (+5,6%) ed il Canada (da 7 a quasi 17 miliardi, +131,6%). Risultano in controtendenza negativa gli Stati Uniti, verso cui le vendite scendono del -1,0%;

Carpenteria metallica: nel confronto con l’anno 2022 vede un aumento del valore delle esportazioni del +6,8%. Rispetto alla variazione media si distinguono per intensità della dinamica su base annua le vendite verso il mercato tedesco (+23,4%) e francese (+13,9%). In crescita anche l’export verso gli USA (+9,3% rispetto al 2022). Il confronto con lo scorso anno è invece in negativo per le esportazioni di:

Mobili: seconda voce dell’export provinciale, conosce una flessione su base annua del -8,4%. Il calo interessa quasi tutti i principali mercati. Le vendite intra Unione, che scendono del -6%, risentono in particolare della flessione del mercato tedesco (-15,7%); quelle extra Ue si riducono del -11,8% per effetto soprattutto della contrazione del mercato statunitense (-19,0%) e britannico (-23,5%). In controtendenza positiva la Spagna (+4,1%), i Paesi Bassi e la Romania e, per l’area extra Ue, gli Emirati Arabi (+9,1%) e l’Arabia Saudita (+18,3%);

Prodotti tessili e abbigliamento: per questo settore l’export scende del -2,3%, con flessioni particolarmente accentuate verso la Germania (-8,4%) ed il Regno Unito (-16,1%). Crescono, per contro, le esportazioni verso Francia (+14,6%), Russia (+23,1%) e Turchia (+29,1%). Stabile il mercato spagnolo;

Calzature. Le esportazioni, che scendono su base annua del -4,9%, risentono in particolare della flessione del mercato tedesco (-5,7%), mentre rimane stazionario il mercato francese. Per l’area extra Ue le vendite aumentano del +1,4%: è un risultato medio che incorpora la flessione del mercato britannico (-20,7%) e la crescita di quello russo (+48,5%). In positivo anche le vendite di calzature verso Cina e Hong Kong (+10,5), Svizzera (+8,1%), Corea del Sud (+5,4%) e Stati Uniti (+4,9%).

Prodotti in gomma o plastica. Per questa voce la flessione è del -17,4% su base annua, distribuita fra il mercato intra Ue (-16,7%) ed extra Ue 27 (-19,4%).

Mezzi di trasporto e componentistica (-4,3%), su cui pesa la flessione dell’export verso il mercato intra Unione (-7,9%) ed in particolare verso quello spagnolo (-42,9%). In controtendenza positiva le vendite dirette in Francia (+24%).

Dall’analisi delle importazioni provinciali si osservano variazioni percentuali su base annua più negative del dato medio (-9,4%) soprattutto per gli acquisti dall’estero di prodotti in gomma o plastica (-21,3%), prodotti chimici/farmaceutici (-20%), prodotti metallurgici (-17,7%), prodotti tessili e abbigliamento (-13,5%) e calzature (-20,6%). Il rallentamento dell’export trevigiano verso Germania (primo partner economico), USA e Regno Unito merita un veloce focus, per capire nel dettaglio i settori che più ne hanno sofferto (e quelli che invece hanno tenuto).

Il complesso dei prodotti trevigiani esportati in Germania ha generato nel 2023 un flusso in valori di oltre 2,3 miliardi di euro, pari al 14,3% del totale export provinciale. Questo flusso è risultato inferiore del -2,8% rispetto all’anno scorso. Ma questa variazione diventa assai più marcata per i seguenti settori: mobili (-15,7%; l’equivalente di -55 milioni di euro di minori vendite), prodotti della gomma plastica (-21,6%; -32 milioni di minori vendite), tessile e abbigliamento (-8,4%; -14 milioni)), calzature (-5,7%; -11 milioni). Hanno invece tenuto, ed anzi sono cresciute, le esportazioni di macchinari (+3,6%; +10 milioni), di prodotti della carpenteria metallica (+23,4% con un bel balzo delle vendite di +38 milioni), delle bevande (ricordiamolo, soprattutto Prosecco): +17,3% per un incremento delle vendite di quasi +22 milioni di euro.

Gli Stati Uniti sono il primo partner economico della provincia di Treviso per l’area extra Ue. Nel 2023 l’export provinciale verso questo mercato è risultato prossimo a 1,3 miliardi di euro, pari al 8,4% del totale export provinciale. Il calo rispetto all’anno scorso è stato del -5,7% con flessioni più accentuate per l’export di bevande (-9,4%; -27 milioni di minori vendite) e di mobili (-19%; -39 milioni). Crescono però le vendite di macchinari (+6,0%), di calzature (+4,9%), di gioielli (+15,9%), di prodotti della carpenteria metallica (+9,3%).

 



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Isabella Loschi

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