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26 novembre 2024

Treviso

80 anni fa il bombardamento di Treviso. Il vescovo: “Non rassegniamoci a una indifferenza selettiva"

Mons. Tomasi ha ricordato la Costituzione italiana che ripudia la guerra

| Ingrid Feltrin Jefwa |

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| Ingrid Feltrin Jefwa |

bombardamento di Treviso

TREVISO – Una ricorrenza dolorosa, quella di quest’oggi, per la città di Treviso che ottant’anni fa, il 7 aprile del 1944, è stata bombardata: era il Venerdì Santo e morirono 1.600 persone, di cui 123 bambini. Questa mattina per ricordare quei fatti e il vescovo di Treviso, mons. Michele Tomasi, ha celebrato la messa nella chiesa di Santa Maria Ausiliatrice (chiesa Votiva) e nella sua omelia ha invocato la pace, per le troppe terre martoriate tutt’oggi da violenze e conflitti. Al termine della messa, il Vescovo ha pregato nella cappella - ossario annessa alla chiesa, dove sono sepolti i soldati caduti e le vittime civili del bombardamento del 7 aprile 1944.

Questa mattina a concelebrare la messa con il vescovo anche monsignor Cesare Bonivento (del Pime), vescovo emerito di Vanimo - Papua Nuova Guinea, e il parroco della comunità di Santa Maria Ausiliatrice, don Paolo Pigozzo. «Mons. Tomasi, ricordando l'anniversario del bombardamento, invoca "una memoria benedetta che deve farsi viva, attuale ed efficace" – riporta una nota della Diocesi -, perché non siano stati vani l'impegno per la ricostruzione e l'aiuto reciproci in quel secondo dopoguerra, riscoprendo la comune cittadinanza e la reciproca legittimazione, cittadini di una Repubblica - sottolinea il Vescovo, citando gli articoli 2 e 11 della Costituzione italiana - che riconosce i diritti inviolabili dell'uomo e richiede l'adempimento dei doveri di solidarietà, e che ripudia la guerra».

In riferimento alle grandi contese geopolitiche il vescovo ha invitato ad affrontare i temi della guerra e della pace, del terrorismo e delle, guardando «il volto delle vittime, i tratti dei nostri cari, che saluteremo ancora una volta alla fine della celebrazione, e i volti dei caduti di ogni guerra, di ogni atto di violenza. E continuiamo a ricordare che la prossima vittima del conflitto, anche il più lontano e dimenticato, è fratello e sorella. Continuiamo a ricordare che ogni donna e ogni uomo uccisi, anche nelle nostre terre, sono persone amate di amore infinito da Dio, e che ogni vita deve essere custodita e difesa. Non rassegniamoci a una indifferenza selettiva».

Mons. Tomasi ha quindi proseguito: «Con il Crocifisso Risorto non rinunciamo a credere alla possibilità di una società giusta, accogliente, creativa e libera, per costruire la quale valga la pena sacrificarci. Diamo testimonianza della risurrezione del Signore Gesù, accogliendo il saluto che rivolge anche a noi oggi, e assumendo il mandato di cui ci fa protagonisti: “Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi”. Siamo inviati a portare la pace di Cristo. Continuiamo a pregare e ad operare per la pace - conclude mons. Tomasi -. La memoria dolorosa e benedetta dei morti nel bombardamento di Treviso continui a lasciarci inquieti e affamati di pace vera, la fede nella Risurrezione di Cristo ci renda “saldi nella speranza contro ogni speranza” (Rm 4,18), operatori di pace, ogni giorno».

FOTO: Via Paris Bordone dopo il bombardamento; sullo sfondo, le cupole del Duomo. (Wikipedia credit)

 


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