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20 novembre 2024

Treviso

Boom del cicloturismo nella Marca: "Crescono le attività di noleggio ma servono altri servizi"

Il presidente Pozza: "Al cicloturista piace un territorio con piste ciclabili sicure servizi di noleggio e assistenza tecnica ma anche bike-hotel prenotatili via App"

| Isabella Loschi |

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cicloturismo

TREVISO - Cresce il cicloturismo nella Marca e di conseguenza le attività legate alla bicicletta tra cui 33 dedicate a fabbricazione o assemblaggio di parti di bicicletta; 19 al noleggio, 51 alla riparazione dei velocipedi. In provincia di Treviso la filiera nel suo insieme si articola in 126 unità locali e 410 addetti,  di cui 330 concentrati nelle attività di produzione e/o assemblaggio di biciclette o loro parti: dato che posiziona Treviso al terzo posto in Italia dopo Vicenza e Cuneo.

La bicicletta è da sempre sinonimo di libertà, aggregazione sociale e mobilità sostenibile. Molteplici le esperienze che oggi si possono fare: dalle escursioni sulle ciclabili, ai percorsi outdoor per mountain bike o gravel, alle mitiche scalate alpine, alle gare di velocità, allo spostamento quotidiano in città per lavoro o altro. Il tutto accomunato da un’immersione piena negli ambienti che si attraversano in bici, e dal costante confronto con le possibilità fisiche di ciascuno. Attorno a questi valori si è consolidata un’eccellenza produttiva italiana che, pur con le sue inevitabili ramificazioni globali, ha fatto della tecnologia, della ricerca sui materiali, del design i suoi assi portanti. Non solo per la telaistica, nelle sue varie declinazioni, ma anche per la sua componentistica e l’abbigliamento dedicato: guarniture, selle, cerchioni, pantaloncini, scarpe.

Secondo l’ultimo rapporto di Banca IFIS[1] nel 2023, in Italia, il settore produttivo della bicicletta, e sue componenti, ha generato ricavi per quasi 1,8 miliardi di euro: un dato non confrontabile con il biennio precedente, caratterizzato dal boom di vendite post-pandemia, sostenuto anche dagli incentivi statali, ma comunque piuttosto indicativo della portata economica della filiera, osservando solo la sua componente manifatturiera. Le previsioni per l’anno 2024, formulate dagli esperti del settore, propendono per una domanda in crescita, oltre che dell’e-bike anche, all’interno del segmento tradizionale, della mountain bike, della bici da corsa e gravel, in particolare nei segmenti dell’alto di gamma, mentre in calo sembrano essere le richieste di bici da città.  

“La bicicletta è una passione particolarmente radicata in Veneto: basta vedere quanto festose diventano le nostre strade quando transita il Giro d’Italia. Ma dietro questa passione c’è una filiera economica di tutto rilievo che con questa “pillola statistica”, predisposta dal nostro Ufficio Studi, vorremmo mettere in evidenza - commenta il Presidente della Camera di Commercio di Treviso-Belluno|Dolomiti, Mario Pozza - Per filiera economica intendiamo non solo le attività di produzione e assemblaggio di bici, ma anche la realizzazione di componentistica, accessori, abbigliamento per ciclismo, nonché le attività di noleggio e riparazione”. “I dati ci impongono alcune approssimazioni ma il fatto rilevante - sottolinea Pozza - è che questa filiera sostanzialmente si concentra in Veneto e Lombardia: in queste due regioni si concentrano i due terzi degli addetti in Italia dedicati alla produzione o assemblaggio di bici. Il Veneto conta quasi la metà degli addetti nazionali e risulta la prima regione in Italia per produzione di bici. Nella regione, come sanno gli appassionati, hanno sede tre notissimi marchi di bici da strada, tutti posizionati nell’alto di gamma".

“Notiamo peraltro che in crescita, negli ultimi anni, sono soprattutto le attività legate al noleggio di bici, al traino dell’espansione del cicloturismo. È un altro dato interessante - commenta Pozza – perché ci fa toccare con mano la stretta correlazione esistente tra l’andare in bici e la scoperta del territorio. Cosa che si può ben cogliere, fuori dai numeri, guardando ai tanti cicloturisti che frequentano le colline del Prosecco come anche le belle ciclabili Calalzo-Cortina e Auronzo-Misurina. Ma i numeri ci fanno capire l’importanza di questi investimenti: secondo alcuni studi i cicloturisti in Italia, coloro cioè che fanno della bicicletta il fine della loro vacanza, hanno raggiunto il ragguardevole numero di 2,4 milioni. A questi si aggiungono altri 5,1 milioni di turisti che durante le loro vacanze ricorrono alla bicicletta (propria o a noleggio). L’insieme di queste tipologie di turisti è in crescita a due cifre di anno in anno; il 56% sono stranieri; nel complesso i cicloturisti generano un fatturato ricompreso tra i 4,5 e i 5,5 miliardi di euro (dato 2023)”.

“Valori ragguardevoli. Ma questa spesa – precisa subito Pozza - tende a concentrarsi nei territori dove maggiormente ci sono strutture e servizi dedicati al cicloturista, in primis Trentino-Alto Adige. Questo è un messaggio importante che mi sento di dare ai vari attori che fanno promozione del territorio e si rivolgono anche a questo segmento di turisti”.

“Al cicloturista piace un territorio con piste ciclabili in sede protetta, o quanto meno con percorsi indirizzati su viabilità minore, poco trafficata, ma ben segnalata; con servizi di noleggio e assistenza tecnica diffusa; con bike-hotel prenotabili via app, che incentivino l’inclusione dei nostri territori nei ciclo-viaggi a tappe. Con attività di ristoro che si affacciano direttamente sulle ciclabili, come ci insegna la San Candido-Lienz ma come si sta facendo anche sulla Calalzo-Cortina. Tutto questo mi porta a dire che il cicloturismo è in sé un eco-sistema, e che dunque va fatto crescere come tale per funzionare bene, per essere attrattivo, in collaborazione con gli enti locali e anche coinvolgendo le associazioni di appassionati. Il nostro territorio è attraversato ormai da importanti “greenway”: la ciclabile del Sile verso Jesolo, la ora completata Treviso-Ostiglia, le già menzionate ciclabili delle Dolomiti, una che porta direttamente sotto le Tre Cime di Lavaredo, l’altra nella Perla delle Dolomiti. Ma accanto a questi “assi” – è il parere di Pozza - va intensificata e valorizzata la trama delle interconnessioni: per esempio fra Treviso e il Montello o i colli Asolani, collegamenti oggi penalizzati da una viabilità non certo “amica” dei ciclisti. Sono utili anche servizi di assistenza a chiamata (una e-bike scarica, un rientro affrettato da un temporale). Anche con Trenitalia bisogna fare dei ragionamenti - dice Pozza: perché è vero che negli ultimi anni il rotabile verso Belluno e Calalzo è migliorato. Però troppo spesso i posti disponibili per le bici sono ridotti e si vengono a creare situazioni imbarazzanti, che non ci fanno fare belle figure”.

“In tempi di “sovraffollamento turistico” sulle solite località arcinote, come abbiamo letto per tutta l’estate, investire sul cicloturismo e sulle attività di supporto può essere una strategia vincente sotto più punti di vista - è il pensiero di chiusura del Presidente Pozza: attrazione di un segmento di persone che ama per definizione il “turismo lento” e tende dunque a trattenersi nei territori; promozione capillare delle diverse località, anche minori; destagionalizzazione dei flussi; sostenibilità; sviluppo di attività imprenditoriali a supporto. Insomma, ce n’è per tutti, se sappiamo fare squadra”.


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