“Dal 2017 l’ospedale di Vittorio Veneto ha perso un terzo dei posti letto”
La denuncia del Comitato per la difesa della sanità pubblica dell’Alta Marca Trevigiana
| Claudia Borsoi |
VITTORIO VENETO - «Gli ospedali di Vittorio Veneto e di Conegliano, una volta entrambi efficienti, sotto la scure della famigerata “centralizzazione” (Hub e Spoke), nel giro di dieci anni hanno perso posti letto – denuncia il Comitato per la difesa della sanità pubblica dell’Alta Marca Trevigiana critico -. Vittorio Veneto dal 2017 ne ha persi un terzo, passando da 246 a 156 posti letto, ed hanno chiuso interi reparti come lungodegenza, ortopedia, ginecologia e ostetricia».
Sul finire di questo 2024, a seguito della pubblicazione delle “pagelle” date ai direttori generali delle Ulss venete tutti promossi a pieni voti, il Comitato torna a far sentire la sua voce, con un focus sull’ospedale di Vittorio Veneto, da anni attenzionato (il Comitato anni fa promosse una raccolta firme per l’attivazione dei posti letto di terapia intensiva).
«Il pomeriggio, la notte e nel fine settimana, a causa della mancanza di neurologi e gastroenterologi in quelle fasce orarie, né a Conegliano, né a Vittorio Veneto è garantito un trattamento adeguato e tempestivo delle emergenze tempo-dipendenti come l’ictus e le emorragie gastro intestinali – afferma il Comitato -. Stesso problema per gli psichiatri. Dopo una certa ora a Vittorio Veneto manca anche lo specialista cardiologo. Di notte e nel fine settimana non c'è il radiologo e pertanto non si possono eseguire esami con il mezzo di contrasto, fondamentali in molte situazioni a rischio immediato. I cittadini della provincia hanno quindi minori possibilità di vedere salva la propria vita rispetto a quelli che vivono vicini all’Hub di Treviso».
Il Comitato annuncia per gennaio l’apertura di un suo sportello sul territorio. «Uno sportello per il diritto alle cure, per supportare quanti, nel distretto di Pieve di Soligo, Conegliano e Vittorio Veneto, non riescano ad ottenere le visite attese nei tempi prescritti dalla ricetta medica. Da gennaio, un pomeriggio alla settimana, i volontari del Comitato, riceveranno le persone in difficoltà di fronte all’amministrazione sanitaria, per sostenerle nella rivendicazione del proprio diritto a ricevere cure tempestive a carico del Servizio Sanitario Nazionale, istruendo ricorsi via PEC e sollecitando gli uffici preposti».