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16 dicembre 2024

Conegliano

Nuovo casello A27: "Pronti a fare ricorso"

"35milioni per un'opera scellerata". Comitato tutela paesaggio veneto scende in campo

| Stefania De Bastiani |

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| Stefania De Bastiani |

Nuovo casello A27:

SANTA LUCIA DI PIAVE - Il Comitato Tutela Paesaggio Veneto scende in campo contro il nuovo casello autostradale di S.Lucia e annuncia un ricorso contro l’opera che dovrebbe costare 35 milioni di euro.

 

“La lotta per tutelare il proprio territorio non si fermerà - afferma il comitato - attraverso più azioni pensiamo di arginare quest’ opera scellerata. Per prima cosa è stato dato mandato a un pool di avvocati per attuare un ricorso. Il Comitato ringrazia il Presidente della Provincia Leonardo Muraro di darci l’onore di aver bloccato l’opera, la realtà è un’altra ed è dovuta alla bocciatura del casello da parte del Ministero dei Beni Culturali”.

 

“E’ Muraro- afferma il presidente del comitato Ezio Gandin- che ha fatto ricorso nel tentativo di scavalcare il parere negativo della Soprintendenza competente. E’ qui che nasce la ferma indignazione del Comitato. E' inaccettabile che di fronte a un parere espresso dall’organo proposto e al di sopra delle parti dopo fasi di ascolto, indagine e riflessione si ricorra alla Presidenza del Consiglio per invalidarlo. E quindi riattivare la procedura del casello. In un momento molto delicato dopo la caduta del governo, dove il decreto Salva Italia cerca di ridare anima al nostro Paese, il provvedimento di cancellare il diniego del Ministero dei Beni Culturali è stato infilato nel corso da un senatore leghista insieme ad altri mille provvedimenti che il decreto Salva Italia annovera.

 

La Regione Veneto si è data strumenti di Pianificazione territoriale che fanno riferimento al paesaggio, alla sua tutela e valorizzazione, come questione centrale di una rinnovata forma di convivenza civile e coesione sociale per aprire una nuova stagione chiamata del "Terzo Veneto" dopo anni di dissennato consumo di suolo. Le recenti alluvioni, proprio in questa regione, sono la testimonianza più diretta e drammatica dell'urgenza di predisporre progetti attenti di tutela e salvaguardia”.

 

“Il progetto del nuovo casello autostradale è un brutale atto di aggressione a un ampio comparto agricolo (uno dei pochi rimasti in quella parte di territorio) appoggiato all'argine del Piave- prosegue Gandin- E' carente sul piano tecnico, formale e trasportistico. Non considera il quadro ampio delle trasformazioni legate alla realizzazione della Nuova Pedemontana Veneta. La nuova arteria di raccordo si dispone parallelamente all'argine del fiume e ne inibisce le relazioni paesaggistico-ecologiche con lo spazio agricolo, per di più con gravi conseguenze degradanti anche su prodotti agricoli di alta qualità attualmente esistenti nell'area.

 

L’opera completa costerà (vie adduttrici e casello) attorno ai 35 milioni di euro, esempio puro di spreco di denaro pubblico, le uniche attività vicine (3 )sono quelle di cava, come del resto viene riportato sul decreto. Il traffico in autostrada dimostra una flessione fortemente sensibile tanto che il gestore ha aumentato le tariffe di un 14%, il carburante per trasporto come vendite segnala fortissime contrazioni. Si impone dunque una riflessione seria sulla mobilità”.

 

“Le organizzazioni di categoria hanno sostenuto l’ inaccettabilità del progetto insieme a 4000 firme raccolte dal comitato-conclude il presidente Gandin- e sempre più si allunga la lista delle organizzazioni che si trovano contrarie, proprio in virtù della situazione italiana, prendendo coscienza che se il futuro dei giovani è stato rapito da una cattiva gestione economica e dalla crisi incombente, il patrimonio del suolo, del territorio, diventa un bene ineludibile, e non può essere svenduto sotto alcuna pressione.

 

E’ proprio in virtù di questa consapevolezza e di un senso di responsabilità per la tutela di un brano di campagna integro, che il comitato insieme a tutte le forze che lo sostengono, continua nel proprio impegno civile, non certo contro il progresso, anzi proprio perché una cattiva interpretazione dello stesso tolga il futuro alle future generazioni, lasciando in eredità solo un deterioramento di ciò che può essere una risorsa”.

 



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Stefania De Bastiani

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