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29 marzo 2024

Treviso

BRACCONIERE DENUNCIATO PER PORTO ABUSIVO DI ARMI

Ha tentato di investire le guardie venatorie per sfuggire al controllo

| Laura Tuveri |

| Laura Tuveri |

Zenson di Piave - Bracconiere armato tenta di investire le guardie venatorie per sfuggire al controllo.

E’ accaduto lunedì scorso: l’uomo, di Zenson di Piave, è stato pizzicato da tre guardie venatorie mentre cacciava di frodo all’interno di una zona di ripopolamento e cattura nel comune di Monastier. Già nei giorni precedenti era stato notato da alcuni agricoltori mentre sparava a lepri e fagiani con un fucile da caccia e addirittura con una pistola.

Il bracconiere cacciava a bordo del suo fuoristrada, un Opel Frontera di colore rosso, dal quale aveva sparato due colpi in direzione di una lepre, abbagliata con i potenti fari del suo mezzo. Vistosi scoperto dalle guardie, il bracconiere ha ingranato la prima tentando di investire i tre, che per evitare l’impatto si sono gettati in un fosso per non farsi investire, fuggendo nell’oscurità con la sua auto.

Successivamente le guardie si sono recate a casa del bracconiere con una pattuglia della radiomobile dei Carabinieri dove l’uomo ha resistito a lungo brandendo uno dei suoi fucili. Alla fine è stato identificato dagli uomini dell’Arma e denunciato a piede libero per i reati di porto abusivo di armi da fuoco, caccia in periodo di divieto generale e caccia in aree protette.

Sull’episodio è intervenuto Andrea Zanoni presidente della Lega Abolizione Caccia - sezione del Veneto - che ha dichiarato: “Trovo molto pericoloso che le attuali normative consentano anche alle persone senza licenza di porto d’armi di detenere ed ereditare armi da caccia e da difesa anche se non abili al loro maneggio. Il porto e la detenzione di armi da fuoco dovrebbero essere messi in maggiore correlazione sotto il profilo normativo altrimenti ci si affida al galateo di chi le detiene sperando sempre che non ci scappi il morto”.

Zanoni ricorda che per le campagne del trevigiano ci siano centinaia di cacciatori che cacciano in pieno periodo di divieto e anche all’interno delle aree protette grazie a delle autorizzazioni rilasciate addirittura dalla provincia di Treviso per la caccia alle Volpi, la caccia ai corvidi, le battute ai cinghiali nella pedemontana e in zona Alpi.

“Ciò comporta – sostiene l’animalista - per i bracconieri una maggior capacità di confondere i propri spari con quelli dei cacciatori consentendogli di farla franca ed incentivando la loro opera di bracconaggio. Per le guardie sarebbe molto più facile beccare i bracconieri se in giro non ci fossero tutte queste doppiette perché ogni sparo corrisponderebbe ad un bracconiere da pizzicare, cosa che oggi, grazie a una provincia di manica larga nei confronti delle doppiette, non accade più.”

 


| modificato il:

Laura Tuveri

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