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05 novembre 2024

Italia

Ulivi secolari: i salentini chiedono aiuto all’UNESCO

Un'iniziativa per spingere l'UNESCO a decretare Patrimonio dell'Umanità una tradizione millenaria

| Julia Gardiner |

| Julia Gardiner |

Ulivi secolari: i salentini chiedono aiuto all’UNESCO

LECCE - Sono partiti in due, i salentini Massimo Zecca e Roberto Gennaio, ma sperano di diventare moltissimi a sostenere una battaglia che, anzitutto, si presenta come un gesto di civiltà: “siamo dei semplici portavoce, che raccolgono le testimonianze di tutti i cittadini salentini e chiedono maggior tutela per gli olivi secolari che caratterizzano il nostro territorio”, territorio dove tantissimi, italiani e stranieri, ogni anno si recano in vacanza, attratti dalle bellezze del “tacco d’Italia”.
I problemi sono molti: dagli incendi accidentali o indotti per incuria nei terreni al traffico degli ulivi secolari e ai ladri di legna che, senza scrupoli, si macchiano di furto aggravato tagliando alberi per rivenderli sotto forma di legna da ardere.
“L’obbiettivo - spiegano i promotori dal forum dove hanno lanciato un sondaggio aperto a tutti - è generare un forte grido unico per sensibilizzare e sollecitare maggiormente gli organi competenti, sperando che quest’ultimi si facciano carico della nostra proposta e fare in modo che vi sia maggiore tutela per questi monumenti viventi secolari e millenari, che caratterizzano il paesaggio salentino”.

Un nuovo terribile nemico sta aggredendo, intanto, gli olivi secolari del Salento. Nel marzo del 2013, infatti, in alcuni oliveti presenti nelle località a sud di Gallipoli denominate “Li Sauli” e “La Castellana” sono esplosi i primi focolai di una patologia per ora definita come “complesso del disseccamento rapido dell’olivo”, inizialmente manifestatasi con una serie di disseccamenti della chioma, di giovani rami e di foglie.
Cause apparenti del disseccamento degli olivi parrebbero essere, dalle ricerche condotte (Università degli Studi di Bari-Dipartimento di Scienze del Suolo della Pianta e degli Alimenti, CNR-Istituto di Virologia di Bari), il fungo Phaeoacremonium e il pericoloso batterio Xilella fastidiosa, patogeno da quarantena mai prima d’ora riscontrato in Europa, la cui diffusione avviene tramite insetti vettori dalle dimensioni di pochi millimetri appartenenti al gruppo dei Cicadellidi, che con il loro apparato boccale lo inoculano nei vasi xilematici della pianta (apparati conduttori di acqua e sali minerali) e che qui proliferando causano una serie di alterazioni, come la bruscatura delle foglie (leaf scorching), disseccamento dei rami e dei germogli, fino a determinare anche il totale disseccamento dell’albero.
Come questo agente patogeno sia arrivato nel Salento però, è ancora un mistero, tanto che la Procura di Lecce ha avviato un’inchiesta su questa emergenza, con l’obbiettivo di verificare, tra l’altro, come il batterio sia giunto nel nostro Paese.

 


| modificato il:

Julia Gardiner

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