Omicidio di Paderno, spunta l'ipotesi ricatto
Ieri interrogatorio fiume nel carcere minorile di Treviso
TREVISO - Nel pomeriggio del 29 febbraio, presso il carcere minorile di Treviso, si è svolto un intenso interrogatorio durato tre ore, coordinato dal pubblico ministero Giovanni Parolin, per ricostruire nei dettagli i rapporti tra il diciassettenne di Pieve del Grappa e la vittima, il giardiniere albanese Bledar Dedja, trovato ucciso. Lo riporta questa mattina la Tribuna di Treviso.
Secondo la stampa il giovane avrebbe ammesso di aver ucciso Dedja, spiegando come si fossero sviluppati i loro rapporti dall'incontro in un locale della provincia di Treviso fino all'ultimo appuntamento organizzato tramite l'app di incontri. Si ipotizza che dietro l'omicidio possa esserci un ricatto in corso o una volontà di uscire da una situazione apparentemente più grande di lui.
L'interrogatorio ha portato a ulteriori dettagli sulle circostanze del delitto, avvenuto il 20 gennaio. I due si erano incontrati in piazza a Paderno, per poi spostarsi nel boschetto di via Colli. Tuttavia, durante l'approccio, il giovane ha estratto un coltello e ha colpito Dedja una quindicina di volte, causandone la morte.
Il giovane ha collaborato attivamente con gli inquirenti, rivelando anche il luogo in cui ha gettato il coltello utilizzato per commettere l'omicidio. L'indagine ad ogni modo prosegue. OT