Ospedale di Montebelluna e Covid: “Le bugie hanno le gambe corte”
La relazione degli ispettori ministeriali al San Valentino è arrivata solo ieri
MONTEBELLUNA – La relazione degli ispettori ministeriali che sono stati all’ospedale San Valentino di Montebelluna, di cui tanto si è discusso nei giorni scorsi, è arrivata solo ieri. Fermo restando che non è dato capire sulla base di cosa alcuni rappresentati istituzionali abbiano in precedenza riportato l’esito di un report che ancora non c’era: leggendolo emergono alcuni problemi primo tra tutti l’impossibilità di ottenere chiarimenti per l’indisponibilità dei “referenti regionali”.
Sostanzialmente promuove chi lavora all’interno della struttura, quindi medici e infermieri ma sulla coordinazione pone molte domande che restano senza risposte e soprattutto non fa luce sui fatti per i quali i commissari sono giunti da Roma. Sul report ci è pervenuta una nota dall’ex senatrice Laura Puppato (nonchè ex sindaco di Montebelluna) che “togliendosi più di un sassolino dalle scarpe” elenca una ad una le incongruenze emerse dall’ispezione ministeriale.
“Le bugie hanno le gambe corte. È giunta ora, non 25gg fa come ha fatto credere il Presidente Zaia, ne’ 10 giorni fa come ha fatto credere il sindaco facente-funzioni Severin di Montebelluna la tanto attesa relazione sull’ispezione eseguita nel pomeriggio del 17 dicembre presso l’ospedale San Valentino di Montebelluna dagli ispettori del Ministero della Salute.
E non è affatto una relazione che promuova la Regione del Veneto, visto che evidenzia come vi siano dimenticanze piuttosto gravi come non aver fatto - fino al giorno prima - l’identificazione di Montebelluna come ospedale COVID e di Castelfranco come ospedale COVID-free, ma anche non aver potuto porre da parte degli ispettori, alcune richieste sulla criticità assistenziale ai responsabili regionali, perché non presenti e non rispondenti dunque ai quesiti necessari.
Ancora mancano completamente “protocolli e procedure specificatamente mirate a definire i percorsi di cura integrati con il territorio per pazienti COVID” e mancano i protocolli per garantire i processi di assistenza necessari ai pazienti COVID. Vengono elogiati i medici, il personale sanitario in toto e su questo non avevamo alcun dubbio visto che è per loro, per la loro salvaguardia e la qualità delle cure prestabili alla popolazione, che ci siamo mossi.
Fanno sorridere amaramente 2 passaggi della relazione, quella che evidenzia come si sia corsi ai ripari “solo” il giorno prima dell’ispezione con una DGR che identificava Montebelluna ospedale COVID ma dimenticando comunque il richiamo al piano pandemico e quella in cui si prende atto di un non meglio precisato progressivo “potenziamento della guardia infermieristica” per la quale verrebbe da chiedere quando e soprattutto da quanto tempo era in funzione....
Infatti, come è a tutti noto, risaliva al 10 novembre la richiesta di aiuto giunta alle massime sfere dirigenziali del Ulss e della Regione da parte di tutto il personale medico di Pneumologia e medicina interna e risale invece a qualche giorno dopo la nostra denuncia, la volontà di mettere in campo una forte implementazione infermieristica e medica per l’ospedale COVID San Valentino. Di qui la domanda, quale è quando sia stata potenziata la struttura medica e infermieristica al San Valentino?
Di questi passaggi non vi è accenno nella relazione e temiamo che l’assenza dei responsabili regionali non sia, perciò casuale, forse non si voleva rispondere a domande precise, circostanziate e rilevanti ai fini di determinare la situazione vissuta intra-ospedale prima del 17 dicembre. Magari utilizzando il prezioso tempo avuto a disposizione per rimettere in garanzia l’intera struttura dedicata al COVID? Infatti, la criticità che si è potuta sanare nel periodo intercorso tra il giorno della decisione della visita e relativa comunicazione rispetto alla data di effettiva effettuazione della predetta visita ispettiva il 17 dicembre, lascia molti dubbi scoperti".