Paese, spara al fratello e alla cognata e li uccide: chi sono aggressore e vittime
La tragedia in via monsignor Breda: l'arma era legalmente detenuta. L'indiziato ha chiamato i Carabinieri: è stato arrestato con l'accusa di duplice omicidio aggravato
| Angelo Giordano |
PAESE - Macabro ritrovamento nel primo pomeriggio di oggi, intorno alle 13:20, in un'azienda agricola in via monsignor Breda. Trovati senza vita i corpi di Lino Pestrin, 63 anni, e della moglie Rosanna Trento, 58. I due sarebbero stati uccisi dal fratello di Lino, Massimo. L'uomo, reo confesso, è già stato arrestato. Sul posto sono intervenuti i carabinieri di Treviso. Dalle prime ricostruzioni i due sarebbero deceduti a seguito di colpi di arma da fuoco. In questi minuti sono in corso le indagini per ricostruire l’esatta dinamica dell'accaduto e poter risalire alle cause della tragedia. I colpi sarebbero stati sparati alle spalle e al petto: in casa erano presenti solo loro tre. A segnalare il fatto più persone, probabilmente i vicini che hanno sentito gli spari.
L'arma del delitto, legalmente detenuta, sarebbe una pistola che sarebbe stata utilizzata dalla guardia giurata Massimo Pestrin, classe 1972. Sarebbe lui, secondo una prima ricostruzione comunque da verificare, ad aver sparato al fratello Lino e alla cognata Rosanna Trento. Poi ha contattato telefonicamente la Sala Operativa della Questura di Treviso riferendo per sommi capi quanto accaduto.
In questo contesto i carabinieri di Treviso stanno lavorando alla ricostruzione dell'accaduto. Nel corso del successivo sopralluogo a cura dei militari, è stata rinvenuta una pistola modello “Glock 17” regolarmente detenuta dal Pestrin e verosimilmente utilizzata per compiere il gesto delittuoso, forse scaturito da dissidi familiari.
All’esito degli approfondimenti svolti dai Carabinieri del Comando Provinciale di Treviso sotto la direzione della locale Procura della Repubblica, è stato dichiarato in stato d’arresto per il reato di duplice omicidio aggravato e all’esito delle formalità di rito
sarà associato alla Casa Circondariale di Treviso, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Le famiglie di Lino e Massimo vivevano con i rispettivi nuclei familiari all'interno del casolare dove è avvenuta la tragedia. La notizia del doppio omicidio ha scosso l'intera comunità di Paese.
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