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22 gennaio 2025

Oderzo Motta

PANE LOW COST, «DANNO PER LA CATEGORIA»

Confcommercio e Associazione panificatori fanno il punto dopo l'incontro col sindaco Vallardi

| Gianandrea Rorato |

| Gianandrea Rorato |

PANE LOW COST, «DANNO PER LA CATEGORIA»

CHIARANO - «L’idea della “casetta del pane” del Sindaco Vallardi non è una soluzione anti-crisi o un aiuto sociale, ma una iniziativa che crea un danno ai panificatori». E’ questo uno dei primi commenti del Gruppo Panificatori provinciale, usciti dopo l’incontro ufficiale con il Sindaco di Chiarano, nel quale è emerso che il progetto nascerebbe dall’idea di realizzare un servizio sociale.

«Non si tratta di fare le barricate”- spiega il presidente della ConfCommercio di Oderzo-Motta Rino Rinaldin- “ma occorre far capire ai cittadini e ai consumatori che non si possono vendere dei servizi come presunti aiuti sociali e farli pagare ai panificatori.

Se il Sindaco vuole aiutare le famiglie bisognose si muova, lo faccia pure, fornisca i nominativi ai panifici della zona ed intervenga in maniera diretta pagando lo sconto. Ma non lo faccia pagare ai panificatori, che già pagano le loro tasse quotidiane.

Significherebbe ridurre la loro quota di lavoro e creare problemi sia alle imprese che ai loro lavoratori.”

“Secondo la categoria” – presente alla riunione con i propri vertici Maurizio Porato e Tiziano Bosco ed i referenti sindacali della Confcommercio- “sono molte le criticità contenute nell’idea della distribuzione automatica, che in altri comuni ha dimostrato dei veri e propri flop”.

“Tanto per cominciare”- spiegano Porato e Bosco, rispettivamente presidente e vicepresidente del Gruppo panificatori- “al distributore automatico potrebbero avere accesso tutti, indipendentemente dal reddito, e quindi non è vero che la “casetta” sarebbe fatta per i più bisognosi. Senza contare il principio della “necessità”, tanto invocato, quando in tutti i supermercati e discount si trova il pane surgelato, precotto e confezionato a prezzi bassissimi, uguale a quello del distributore.”

“Questa idea quindi”- confermano i rappresentanti di Confcommercio- “penalizza il mercato, un’intera categoria ed i consumatori, che non sempre capiscono la differenza con il pane surgelato e precotto, ignorando, tra l’altro, l’importante ruolo di servizio e di presidio del territorio svolto dai panificatori, che ogni giorno sfornano il buon pane fresco artigianale, alzandosi di notte, selezionando le materie prime, evitando le farine sconosciute o straniere, e mettendo sul mercato un alimento di qualità indiscutibile, ben diverso (anche come costi) da quello industriale dei supermercati, e dando lavoro a molti addetti, circa 1000 nella sola provincia di Treviso.

Insomma, non si tratta di fare la guerra ad una “casetta”, ma di tutelare un principio, che è quello della qualità artigianale, e di supportare una categoria importante, come quella dei panificatori, che fa i conti con un costo del lavoro alto e che sopporta orari di apertura e turni per garantire l’autenticità di un prodotto fondamentale per l’alimentazione ed un servizio alla popolazione anziana".

“Da anni”- concludono Bosco e Porato- “non solo cerchiamo di lavorare con farine e materie prime a km zero, ma abbiamo sempre dimostrato la totale disponibilità ad iniziative di solidarietà, ben consapevoli del valore sociale del pane. Basta pensare al pane artigianale scontato e venduto al pomeriggio, o al giorno dopo, per venire incontro a chi ha veramente bisogno. Su questi punti siamo disponibili ad accordarci e ad avviare iniziative specifiche.”

 


| modificato il:

Gianandrea Rorato

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