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29 luglio 2024

Italia

Papa Francesco, "Un dono alla Chiesa e ai Gesuiti"

Padre Ottavio De Bertolis sull' Intervista di Bergoglio a La Civiltà Cattolica

| Pietro Panzarino - Vicedirettore |

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| Pietro Panzarino - Vicedirettore |

ROMA - Sull'intervista di Bergoglio a La Civiltà Cattolica, di cui abbiamo parlato ieri, intervista al gesuita vittoriese Padre Ottavio De Bertolis.

Padre Ottavio De Bertolis (in foto), gesuita vittoriese e vocazione adulta, ha studiato al Liceo "Flaminio" e si è laureato in Giurisprudenza all'Università di Padova. Dopo aver insegnato a Padova, è entrato nella Compagnia di Gesù. Insegna all'Università "Gregoriana" di Roma. Ha pubblicato diverse opere e scrive anche su La Civiltà Cattolica.

 

Nella prima parte dell'intervista in modo particolare, ma anche in diversi passaggi, emerge ed è sottolineata l' identità della Compagnia di Gesù.... Come vivono i gesuiti questa presenza del Papa "religioso" e gesuita sul soglio pontificio dopo 182 anni

Non saprei dare una risposta per ognuno. Io posso solo dire la mia: per me è un dono sia alla Chiesa che alla Compagnia. Alla Chiesa, perché l’essenzialità ignaziana, il suo andare ai fondamenti senza tanti fronzoli, può aiutare tutti noi in questo momento; per la Compagnia, perché il Papa, conoscendola da vicino e amandola molto, può aiutarla a recuperarsi.

 

Se il presente riepiloga il passato in ciascun uomo e lo proietta verso il futuro, in che modo lo stile gesuita può influenzare la gestione del futuro prossimo della Chiesa cattolica?

La povertà, la missione, lo spirito di profonda contemplazione delle cose di Dio anche nella realtà più profana – il che noi chiamiamo “essere contemplativi nell’azione” – il discernimento spirituale, cioè la ricerca della presenza di Dio nella vita reale degli uomini, cioè degli uomini reali, quali essi sono e non quali dovrebbero essere, il sentire intimo la Sua santissima volontà per poterla interamente compiere, sono tratti salienti del modo di procedere gesuitico che non penso abbiano poco peso. Fermo restando che nessuno gestisce nemmeno il presente, figuriamoci il futuro: e la cosa si mostra con molti esempi. La parola “gestire” va bene per la partita doppia, non per le cose degli uomini, che non sono oggetti, e men che meno per quelle di Dio.

 

Ovviamente in quanto gesuita, ha riflettuto sull'intervista..., però in qualità di docente della Gregoriana ci sono elementi dell'intervista, che in qualche modo la possono spingere a tenerne conto nel suo insegnamento specifico?

Come studioso di diritto canonico, mi auguro che il suo apporto ci aiuti a uscire dall’autoreferenzialità dei Codici per ascoltare la vita vera delle persone; ciò che noi chiamiamo “interpretazione” del diritto, alla quale lo stesso Benedetto XVI ha dato un contributo purtroppo misconosciuto.

 

Il Papa utilizza spesso due categorie rivolte a cogliere la novità del futuro: a) discernimento; b) frontiera. Può fare qualche esempio sulla base della sua esperienza personale?

“Discernimento”, come accennavo prima, è quel processo per il quale il credente cerca e trova la volontà di Dio (possibilmente non la sua…) nella vita concreta, propria o altrui, sulla base dell’esperienza delle risonanze interiori che la Parola di Dio, fedelmente custodita e celebrata, muove nella coscienza; con questo si smascherano le illusioni degli uomini e si impara a sentire e capire, in qualche modo, ciò a cui Dio stesso ci chiama. Presupposto essenziale è una vita profondamente impegnata di preghiera: non si è osservato abbastanza, nell’intervista che il Papa ha rilasciato, i lunghi tempi di preghiera che vive ogni giorno, e che costituiscono l’anima del suo ministero. “Frontiera” è andare, secondo le parole di Ignazio, là dove gli altri non possono o non vogliono andare, come dovrebbe essere proprio della Compagnia: il che richiede una forte preparazione anche culturale e una grande generosità, che arrivi all’abnegazione e alla dimenticanza di sé e del proprio tornaconto, anche se legittimo. Cosa che non è facile da trovarsi, nemmeno negli uomini di Chiesa, anche se gesuiti.

 



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