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15 gennaio 2025

Castelfranco

Piano di zona Ulss 8: gli interventi per il sociale

Fatto il punto della situazione sul piano di zona dell'Ulss 8. Benazzi: va privilegiato il modello migliore

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Piano di zona Ulss 8: gli interventi per il sociale

CASTELFRANCO - “Oggi siamo anche chiamati ad una rivoluzione copernicana, cioè all'accorpamento provinciale in una logica di confronto tra Ulss e che dovrà privilegiare il modello migliore, sia a livello sanitario che sociale”, è questo l'intento del direttore generale dell'Ulss 8, Francesco Benazzi, espresso qualche giorno fa nel corso della Conferenza dei servizi che si è svolta a Montebelluna e a cui hanno partecipato i rappresentanti dell'Ulss 8, del CVS di Treviso, dei Comuni delle cooperative, e del volontariato locale.

L'obiettivo del confronto era quello di fare il punto della situazione rispetto risultati raggiungi dal Piano di zona 2011-2015 in ciascuna delle sette aree Area Famiglia, Infanzia, Adolescenza, Minori in condizioni di disagio, Giovani; Area Persone Anziane; Area Disabilità; Area Dipendenze; Area Salute mentale; Area Marginalità e inclusione sociale; Area Immigrazione).

 

“In questi quattro mesi in cui ho fatto conoscenza delle tre Ulss, ciascuna dotata di peculiarità importanti, metodologie e soluzioni diverse. Il lavoro del Piano di zona mette assieme tanti protagonisti, quattro realtà che si fanno forza per sorreggerci: Ulss, Comuni, cooperative, volontariato.

Sebbene siamo di fronte ad uno scenario in cui le risorse sono sempre più limitate, non solo nel campo sanitario, è significativo come proprio nei momenti di ristrettezza ci venga chiesto di fare sempre più sistema e contemporaneamente ci venga chiesto che le risorse siano molto ben utilizzate.

E' giusto, quindi, parlare di un Piano di zona per il quale tanti attori si sono spesi: dove siamo arrivati, quali le difficoltà, quali i limiti, e quali obiettivi non riusciremo mai a raggiungere. Questi momenti servono per capire cosa serve ancora serve nel territorio, con quali risorse, e come fare sistema.

Qualcuno dovrà un passo indietro, rinunciare ma senza perdere di vista l'obiettivo reale, cioè il benessere del cittadino”.

 

Il presidente del Centro di servizio volontariato della provincia di Treviso, Alberto Franceschini, è invece intervenuto riportando le dimensioni, quelle del volontariato in ambito socio-sanitario.

“A livello provinciale i nostri dati mettono in evidenza quanto sia fondamentale l'apporto dei volontari nell'ambito del welfare. In provincia di Treviso contiamo infatti 2702 volontari per questo ambito che hanno speso 247mila ore di tempo per un corrispettivo che si attesta attorno ai 3milioni di euro: un valore alto, non solo in termini quantitativi, ma anche assistenziali e qualitativi”.

 

“Sebbene i piani di zona siano sospesi da un anno e non ci sia in previsione un nuovo piano, i tavoli di lavoro hanno continuato a riunirsi. Il nostro compito, come amministratori, assieme alll'Ulss, al terzo settore e ai volontari, sarà quello di trovare strategie per ottenere delle economie e non abbassare la qualità dei servizi. Un obiettivo che, dato il previsto accorpamento delle Ulss, richiede il massimo impegno affinché venga posta l'asticella verso l'eccellenza, piuttosto che verso il basso, in modo che la standardizzazione dei servizi tenga conto delle molte eccellenze, anche nell'ambito dei servizi sociali, presenti nel nostro territorio”, ha sottolineato la presidente della Conferenza dei sindaci dell'Ulss 8, Annalisa Rampin.

 

In allegato i dati area per area

 

 



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