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20 aprile 2024

Treviso

Piste da sci e centri commerciali aperti in Veneto. Ma scuole superiori chiuse

II giorno dopo l'assemblea pubblica davanti al "Canova": "Va garantito il diritto allo studio".

| Roberto Grigoletto |

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| Roberto Grigoletto |

liceo canova a treviso

TREVISO - La prolungata chiusura delle scuole superiori ha prodotto una inedita alleanza: studenti, genitori, professori, personale Ata. Tutti dalla stessa parte. Tutti a chiedere di ritornare a scuola. Quella vera scuola, in presenza. La foto che li immortala, ieri pomeriggio, davanti al liceo classico “Canova” assurge ad emblema della volontà di non arrendersi, della determinazione a riappropriarsi degli spazi nei quali poter esercitare un diritto: quello all’istruzione. “Abbiamo constato insieme, nella assemblea di ieri, l'inadeguatezza degli sforzi per riportare gli studenti a scuola; in particolare la mancanza di un numero adeguato di mezzi pubblici, i quali avrebbero dovuto essere incrementati fin da settembre ma che, per ammissione stessa della MOM, non sarebbero stati pronti nemmeno per il rientro del 7 gennaio – raccontano oggi i rappresentanti delle tre associazioni studentesche che hanno organizzato l’assemblea pubblica: il Coordinamento Studenti Medi, il Comitato Priorità alla Scuola e la Rete degli Studenti Medi.

Il problema non è soltanto l'inadeguatezza dei mezzi di trasporto pubblico. Non è neanche soltanto quello delle classi-pollaio, né quello della cronica mancanza di spazi adeguati (malgrado l'enorme quantità di edifici pubblici inutilizzati anche solo nel comune di Treviso). “Con particolare disappunto si guarda piuttosto alle scelte del governatore Zaia di tenere aperti centri commerciali e di riaprire le piste da sci, ma di mantenere gli istituti superiori chiusi”. E questo – spiega Francesco Negro, rappresentante del Comitato Priorità alla scuola - nonostante l’Istituto superiore di sanità, nel suo rapporto del 30 dicembre, abbia sostenuto chiaramente la necessità di bilanciare le esigenze della sanità e della didattica, riconoscendo che "allo stato attuale delle conoscenze le scuole sembrano essere ambienti relativamente sicuri e il loro ruolo nell’accelerare la trasmissione del coronavirus in Europa sia limitato".

Studenti, insegnanti, lavoratori della scuola e genitori insistono quindi per la riapertura il prima possibile delle scuole superiori per garantire l'effettivo diritto allo studio a tutti gli studenti. Ma anche per non aggravare un fenomeno già in atto: la dispersione scolastica. “A questa si aggiunge la mancanza di mezzi adeguati per la Dad” – avverte Negro – “una colpevole disattenzione verso l'inclusione di alunni disabili o con difficoltà e infine la mancanza di supporto psicologico per studenti e studentesse a cui è impedita la socializzazione ormai da troppi mesi”.

 


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Roberto Grigoletto

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