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18 aprile 2024

i-Pollo

Categoria: Altro - Tags: Pollo, nonna Bruna, fiumi, allerta maltempo, Concato De Andrè, Montecchio Maggiore

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Emanuela Da Ros | commenti | (2)

Ieri, mentre i fiumi tracimavano e invadevano le strade (ma com'è possibile che tre giorni di pioggia siano catastrofici? Non è che il "nostro" paesaggio si stia ribellando? Stia dicendo - in tono rognoso e torrenziale - Guardate come mi avete ridotto voi uomini...se continuate a cementificare ve la do io una lezione come si deve), sono andata da nonna Bruna a mangiare il pollo.

Il pollo l'aveva comperato la Ste alla Coop.

Nonna Bruna le aveva detto di comprare Quello Più Grosso che C'era.

Stefania ha eseguito il diktat alla lettera. Ha portato il pollo (due chili e rotti) alla nonna Bruna, che si è messa a fissarlo.

- Ma è troppo grosso! - ha detto a un certo punto. - Questo pollo di sicuro è stato mischiato con qualche atro animale: un tacchino, una faraona.

Dopo averlo guardato, nonna Bruna si è decisa a prendere in mano il pollo, l'ha curato, gli ha messo in pancia tutte le spezie del caso, l'ha idrato con molto olio e l'ha cotto quattro, sei, otto ore. Un terzo di giornata, probabilmente.

 

A pranzo, ha aperto il forno. Ha estratto la pirofila fumante, me l'ha messa sotto il naso e ha detto:

- Guarda che grosso questo pollo. E guarda com'è ridotto dopo otto ore di forno. Pensa come ci riduciamo noi, dopo essere stati cremati.

Ho dato un'occhiata al pollo: era dorato, croccante, caldissimo e emanava un profumo delizioso. Eppure, non so perché, avevo già ridimensionato la mia fame.

Passaggi.E passaggi e passaggi (cantano Concato e De Andrè).

Nonna Bruna ha tagliato il pollo. L'ha portato in tavola e io e la Ste ci siamo appropriate delle cosce.

Già che c'eravamo, abbiamo divorato pure le ali e un pezzo di petto.

- E' buonissimo!, abbiamo commentato.

 

Nonna Bruna ci ha guardato perplessa.

- Lo trovate buonissimo solo perché avete fame. La fame farebbe ingioiare di tutto. Durante la guerra, sarà stato il 1943, a Montecchio Maggiore dove vivevo, carne non se ne vedeva mai. Si mangiava solo polenta. E non era mai sufficiente a saziarci. C'era una strada bianca che da Montecchio portava a Vicenza (sarà stata lunga 20 chilometri e io la facevo in bicicletta senza neanche voltarmi indietro). Quella strada era percorsa spesso a cavallo da un fascista, un certo Tiziano. La gente in paese lo chamava Tiziano, la spia, perché pensava che fosse una spia. Un giorno un aereo ha bombardato il paese. E le bombe hanno arato la strada proprio mentre Tiziano passava a cavallo. Tutti e due, l'uomo e la bestia, sono stati colpiti. Pezzi di cavallo e di uomo hanno invaso la carrabile. Mio padre ha chiuso a chiave le porte e ha proibito a noi figlie di andare fuori a curiosare. ma io guardavo dalla finestr: la gente, radunatasi sulla strada in un batter d'occhio ha cominciato a raccogliere pezzi di carne. Ha preso pezzi di carne di cavallo e pezzi di carne di Tiziano, perché mica erano tanto distinguibili. Per qualche giorno le famiglie di Montecchio hanno mangiato cavallo e Tiziano.

Io non so voi, ma certe volte penso che i vegetariani abbiano dalla loro delle valide ragioni di vegetarianesimo.

Un panino col prosciutto, come quello che sto mangiando mentre scrivo, comunque non può far male. Non sarà dietico, ma era così etico il modo con cui il prosciutto veniva bombardato, ehm, volevo dire: affettato, dal salumiere.



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Ciao Emanuela,
sono un neo-lettore e ho letto con curiosità il tuo articolo. Non è mia abitudine essere polemico, ne tantomeno commentare il lavoro degli altri, ma non ho capito né l’intento né la ragione di scrivere un articolo del genere, e credo che le due cose siano strettamente legate.
Parti da una riflessione di carattere zoologico iniziando un discorso sulla presa di coscienza di quello che mangiamo per passare poi a scomodare gli orrori della guerra e di quei periodi di fame e povertà con che fine? Dovrebbe essere quest’ultima una valida motivazione per diventare vegetariani? Il macello e gli orrori di una guerra va paragonato all’allevamento mirato ai fini alimentari? Mi sembra di capire che comunque vegetariana tu non sia, quindi?
Scusami se sono duro, forse è solo un mio limite e non ho semplicemente capito il senso dell’articolo.
Paolo

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Caro Paolo,
immagino che desideri una risposta sincera.
La buona notizia è questa: hai trovato in me l'interlocutore adatto: per fortuna o purtroppo sono sincera oltre ogni pudore.
La cattiva notizia: non so se il post che ho pubblicato abbia un "senso". Non so se valesse la pen(n)a scriverlo. Non so se abba un senso leggerlo.
I post del mio blog (dall'etichetta volutamente leggera e generica) spaziano dalla spesa quotidiana, alla Monti's review; dalle foglie morte ai bigodini; dalla filologia romanza alla crema anticellulite.
Sono chiacchiere che finiscono in un blog, cioè in un diario digitale, seguendo il filo sottile, capriccioso, imprevedibile di una (spesso goliardica) ispirazione o necessità d'espressione.
Se in fututo leggerai ancora qualche mio post (e io me lo auguro, nonostanet le disarmanti risposte che ti ho dato), ricorda che il mio intento è quello di dire ciò che mi "urge dentro", con l'ironia che caratterizza la mia scrittura.
Nel post i-Pollo avrei voluto comunicare, probabilmente, la tensione di un'inondazione, il timore suscitato (anche in me) da un paesaggio violentato che sanguina acqua e fango oltre gli alvei e gli argini. Ho sdrammatizzato (ma appena un po') l'ansia chiacchierando di pollo arrosto e presentando ai lettori una conversazione autentica. Una scena quotidiana, ritratta tra la tavola apparecchiata e le lacrime di pioggia sui vetri della cucina.
Tutto qui.
Un apostrofo/confidenza tra le pieghe/precisazioni, che magari mi contraddice un po': se non avessi avuto proprio nulla da dire, non avrei aperto il blog.
Un caro saluto, Emanuela

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