PORTA SAN TOMASO TORNA AGLI ANTICHI SPLENDORI
Tolte le impalcature ad uno dei simboli di Treviso
TREVISO - La porta San Tomaso a Treviso, da ieri ha ripreso il suo antico splendore, sono state tolte infatti, le impalcature necessarie per il suo restauro.
Costruita ai primi del 1500 sotto il podestà Paolo Nani, è opera di Guido d’Alzano di Bergamo. Furono impiegati marmi istriani e marmi veronesi. Per volontà del senato veneziano, al podestà venne imposta la volontà di dedicare porta San Tomaso, all’arcivescovo di Canterbury San Tomaso Becket (Nato a Londra nel 1100 e morto nel 1170). Fu canonizzato da papa Alessandro III.
Porta San Tomaso (foto Gianni Stocco)
Sulla sommità della cupola venne posta la statua di San Paolo apostolo, per volontà dell’omonimo Nani. La facciata della porta che guarda la “periferia”, il viale Vittorio Veneto, chiamato anche dai trevigiani, viale dei passeggi, sul frontale sopra l’arcata c’è scritto: “ Porta de san Thomaso”. Scritta in dialetto veneto, per le genti provenienti da fuori Treviso, per lo più contadini.
Mentre nell’opposta facciata rivolta alla città, verso Borgo Mazzini, o come anche denominata dai trevigiani: piazza del grano, sempre sopra l’arcata centrale, c’è scritto in latino: “Porta Sancti Thomae – Dominus custodiat introitum et exitum tuum.” Questa porta di San Tomaso, L’eterno ti custodirà nel tuo entrare e tuo uscire. Tale iscrizione in latino per fare notare la differenza culturale tra la gente aristocratica, di città, e la gente della periferia, di campagna.
Gianni Stocco