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28 marzo 2024

Treviso

"Posto occupato" contro la violenza sulle donne, ogni giorno, tutti i giorni

Una sedia rossa nelle sale d'attesa dei pronto soccorso trevigiani per ricordare tutte le vittime

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

TREVISO - Il confinamento dovuto alla pandemia in questo ultimo anno è stato per le donne vittime di violenza una condanna.

Non solo per quanto riguarda il lavoro e la gestione dei figli con le scuole chiuse, ma purtroppo, i lockdown, tra marzo e aprile scorsi, le ha costrette a rimanere in casa con quello che poi si è rivelato nel 90% dei casi, il loro aguzzino.

Proprio durante la convivenza forzata in casa sono infatti aumentate le violenze domestiche, le aggressioni fisiche e verbali, le minacce alle donne da parte di mariti, conviventi, fidanzati o ex. Lo evidenziano anche i dati dell’Ulss2.

Nel 2019 sono state 675 le donne prese in carico con codice rosa, nel 2020 sono state 503 e nel 2021, ad oggi, 112.
Dati che sono solo la punta dell’iceberg del problema. “La diminuzione del numero di accessi nell’ultimo anno dimostra proprio la difficoltà delle donne, costrette in casa e sempre sorvegliate, di poter chiedere aiuto o rivolgersi ai centri anti violenza, ai pronto soccorso o al Telefono Rosa”, spiega la dottoressa Catia Morellato, dirigente medico del Pronto soccorso di Montebelluna.

Delle donne prese in carico dall’Ulss2, il 20,2% ha subito una violenza fisica, il 21% ha subito violenza fisica associata a violenza sessuale e il 5,4% ha avuto traumi e lesioni gravi dovuti alle violenze tanto da dover essere ricoverate. Ben il 28% delle vittime ha subito violenza soprattutto psicologica da parte di partner, mariti o ex.

Proprio per prevenire e sensibilizzare l’opinione pubblica, donne ma soprattutto uomini, sul fenomeno trasversale tra le più gravi violazioni dei diritti umani, che in Italia colpisce una donna su tre, l’azienda sanitaria trevigiana ha promosso l’iniziativa "Posto Occupato", posizionando una sedia rossa in ogni pronto soccorso della Marca a ricordare tutte le donne che oggi putroppo non ci sono più, uccise dalla violenza.

 
“Noi operatori sanitari siamo in prima linea per combattere questa pandemia che ogni anno colpisce milioni le donne nel mondo”, sottolinea la dottoressa Morellato. “Ho chiesto che fosse installata proprio nei pronto soccorso trevigiani perché le donne che subiscono violenza accedono 4-5 volte in più rispetto alle altre donne. Purtroppo le donne maltrattate hanno una probabilità di sviluppare patologie organiche oltre che psicologiche del 36% in più rispetto alle donne che non subiscono violenza”.

 



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Isabella Loschi

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